Ieri l'aerospazio. Oggi il futuro sul fronte di energia, ICT, mobilità, industria 4.0 e nucleare. L'università di Torino rafforza i suoi legami sul filo conduttore della ricerca e dopo aver guardato allo Spazio oggi ha siglato l'accordo di collaborazione (della durata di 4 anni) con Enea, agenzia nazionale per le nuove tecnologie e lo sviluppo economico sostenibile. "Un accordo importante - spiega il rettore Gianmaria Ajani - che rafforza il nostro operato andando oltre i dottorati industriali, già operativi e non solo".
"Per noi è importante che gli enti di ricerca nazionali e le università si costruiscano rapporti finalizzati a determinati risultati - aggiunge Federico Testa, presidente dell'Agenzia - a cominciare dai rapporti con le esigenze del territorio e le aziende. Vogliamo fugare anche la sola impressione che la ricerca finisca per guardarsi l'ombelico. Si devono individuare esigenze e trovare risposte".
Nell'immediato futuro, Enea punta sull'Environment park, "dove prenderemo degli spazi e metteremo al lavoro su temi di estrema attualità delle risorse che altrove sono sotto utilizzate. E proprio in questo contesto si può pensare all'avvio di dottorati di ricerca insieme all'ateneo, magari attirando anche nuove risorse".
Intanto, già nel pomeriggio di oggi si tiene il workshop tra i responsabili delle varie aree di progetto di Enea con interlocutori industriali e accademici. In ballo ci sono almeno una cinquantina di potenziali progetti. "Portarne a casa almeno il 10 per cento sarebbe già un buon punto di partenza, su cui costruire una prospettiva".
In pratica, UniTo mette a disposizione una sorta di "catalogo" di competenze da cui attingere. Tra i percorsi già avanzati, ci sono quelli dei materiali speciali abbinati a nanotecnologie in grado di resistere a condizioni estreme. Come l'aerospazio, appunto. Ma non solo. Non mancano progetti legati alle implicazioni sociali del risparmio energetico, fino al coinvolgimento diretto degli studenti per applicare pratiche di efficienza e risparmio.
Sul fronte risorse, Enea non pone limiti: "I fondi, locali o europei, ci sono. L'importante è trovare percorsi di ricerca da fare insieme. Il limite, in questi anni, è stato proprio quello di parlarsi e di coordinare le forze e gli sforzi. Bisogna invece condividere laboratori e risorse umane, ottimizzando e dividendo i costi tra gli enti coinvolti".
Proprio per quanto riguarda Environment Park, non si è fatto attendere il commento di Davide Canavesio, amministratore delegato di Envipark: "L’ipotesi di un avviare un rapporto con Enea è per Environment Park un ulteriore riconoscimento della capacità attrattiva di Torino nei confronti dei soggetti orientati ai temi dell’energia e della sostenibilità. Environment Park costituisce infatti una location privilegiata per insediare attività innovative e viene scelto da imprese italiane e straniere come luogo opportuno per l’avvio delle loro attività sul territorio".