Nanogeneratori e materiali piezoelettrici che, grazie ai ponti di diodi, permettono di caricare un telefono cellulare col movimento del corpo. Tutto chiaro? Beh, intanto si guarda al risultato: un po' di batteria in più per i nostri smartphone esausti.
A tutto il resto, validità scientifica e qualità dei risultati, penserà la giuria del Premio Giovedì Scienza, che il 10 maggio sceglierà (e celebrerà) i vincitori dell'edizione numero 7 della manifestazione che vuole valorizzare gli sforzi dei giovani ricercatori e scienziati in erba.
E se il cellulare che si ricarica col movimento è la ricerca presentata dal torinese Stefano Stassi (Politecnico), sono stati in tutto 10 i finalisti che si sono misurati questa mattina, presentando in 6 minuti e 40 secondi d'orologio i propri lavori. Dal Poli di Torino arriva anche Giuseppe Labate (tecnologia dell'invisibilità), mentre l'università di Torino ne schiera addirittura quattro: Serena Aneli (L'eredità genetica dell'uomo di Neanderthal: il ricordo di un amore), Valeria Cagno (Se esistesse l'equivalente virale degli antibiotici), Stefano Camera (Ex oscuro Lux) e Lorenzo Mino (La foglia artificiale).
Questa decina di eccellenze sono i migliori emersi da una precedente selezione che partiva da una base di 61 candidati. E accanto alla giuria tecnica (presieduta da Stefano Bagnasco) si affiancherà nella valutazione la giuria popolare (come al Festival di Sanremo), composta da 100 studenti di alcuni licei e istituti superiori di Torino.
Poche settimane di attesa, poi il 10 maggio porterà in dote i nomi di chi vincerà il Premio Giovediscienza (5mila euro e una conferenza alla prossima edizione di Giovedì Scienza), il premio speciale Elena Benaduce (3mila euro) assegnata dalla giuria popolare e il premio Giovediscienza futuro (3mila euro).