Valorizzare il patrimonio immobiliare del Piemonte senza ricorrere necessariamente alle alienazioni. In questo contesto si innesta l'opportunità di riuso di alcuni immobili gestiti dalla Regione, in particolare gli uffici che ospitano la direzione Ambiente (in movimento verso zona Lingotto, ex Fiat Avio) e che si prepara a diventare la casa del Polo delle Arti, che unirà sotto lo stesso tetto il Conservatorio e l'Accademia Albertina delle Belle Arti.
Uno stabile che per un certo periodo ha rischiato di finire "sul mercato" (con cifre che si aggirano sui 16 milioni), ma che poi ha imboccato un altro destino, forse più nobile. "È un'opportunità per far crescere la città - commenta Aldo Reschigna, vicepresidente regionale - in particolare dal punto di vista dell'alta formazione. Ecco perché la proposta del Conservatorio e dell'accademia Albertina ci ha convinto a decidere di non fare cassa, ma valorizzando una vocazione di Torino. Il tutto attraverso un comodato gratuito, che costruisce un tassello importante per il rinforzo e la crescita della città".
"Siamo molto soddisfatti - commenta Valentino Castellani, ex sindaco di Torino e oggi presidente del Conservatorio - perché il progetto che accarezzavamo da qualche anno, che mette insieme tutte le formazioni artistiche di Torino elevandone l'aspetto universitario, trova nel gesto generoso della Regione un sostegno importante. Una visione che va oltre i ragionamenti economici".
"Ci sono targhe che testimoniano che un tempo quegli spazi già erano sede della nostra istituzione - aggiunge Fiorenzo Alfieri, presidente dell'Accademia ed ex assessore comunale alla Cultura proprio nella giunta Castellani - e per questo ci siamo mobilitati per sfruttare l'occasione. Siamo in uno stato di sovraffollamento, con 1600 ragazzi (900 sono quelli del conservatorio, ndr) e problemi legati anche alla sicurezza, per dirne uno. Questi nuovi spazi sarebbero una bella soluzione e soprattutto aprono prospettive che i fondi attualmente a disposizione tramite il MEF avrebbero limitato all'ordinaria amministrazione, mentre ora si parla di un progetto di respiro ben più ampio".
Il paletto posto dal ministero, però, è che questi soldi non possono essere utilizzati per comprare immobili, ma sono per ristrutturare e recuperare l'esistente. L'identikit perfetto degli spazi di via Principe Amedeo 17. Negli spazi "ritrovati" per il Polo delle Arti troveranno spazio la biblioteca, ma anche le aule informatizzate (l'Accademia sposterà tutto quello che ha di digitale) e le aule per l'insegnamento individuale tipico del Conservatorio (appena gli spazi saranno insonorizzati). E non mancheranno le economie di scala e le spese fatte in comune.
Polo delle Arti sarà anche il nome del Consorzio che sarà formalizzato nei prossimi giorni e che avrà lo scopo di creare un polo di formazione post universitaria su tutte le professioni con cui le due istituzioni che vanno a "convivere" hanno rapporti. Dall'opera lirica (come accade già a Verona) al cinema, passando per teatro, televisione ed eventi legati all'arte contemporanea. Dunque non solo una razionalizzazione, ma anche un contenuto ulteriore che si offre alla città e non solo. "Voglio immaginare che, tra vent'anni - dice ancora Castellani - questa possa essere considerata l'università dell'Arte".
Nel frattempo, la succursale di via San Francesco Da Paola 27, che ora ospita il Conservatorio, sarà liberata e sarà pienamente nella disponibilità del teatro Regio (che ne ha ottenuto la proprietà dal Comune in sostituzione dei contributi annuali).
"Ci chiediamo sempre delle vocazioni della nostra città. Questa operazione ne mette in luce due: la Cultura e la formazione di alto livello - conclude Antonella Parigi, assessore regionale alla Cultura - e credo che si possano fare ulteriori ragionamenti sul posizionamento della nostra città in questo settore. La scommessa non è solo formare i protagonisti del futuro, ma anche farli fermare qui a Torino, mettendo a loro disposizione gli strumenti adatti".