Vent’anni dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, vent’anni di dati e analisi che raccontano una storia. L'ultimo rapporto presentato disegna un Piemonte nel quale i consumi culturali crescono, cinema a parte, che nel 2017 ha perso il 12% del pubblico rispetto all’anno precedente. E c’è poi il digitale, che ha cambiato i consumi anche in ambito culturale.
Nel 2017, la Regione Piemonte ha registrato 6,64 milioni di ingressi ai musei, con un incremento dell’11% rispetto a due anni fa. È il dato dei 184 musei piemontesi inclusi nella ricerca, di cui 49 del sistema torinese, che comunque fa da traino per l’intero sistema. L’Osservatorio, infatti, ha rilevato che 4 ingressi su 10 sono stati alla Reggia di Venaria Reale, al Museo Egizio e al Museo Nazionale del Cinema. Attenzione, però, perché 40 musei, invece, hanno subito un calo. Crescono anche gli abbonati (+6%), che però sembrano usare meno la propria tessera, dato che gli ingressi con Abbonamento Musei sono scesi del 7,8%.
Il grosso calo, che riflette una crisi di settore su scala nazionale, riguarda il cinema. Nel 2017 sono stati venduti 7 milioni di biglietti, il 12% in meno rispetto al 2016. Secondo l’Osservatorio, avrebbe influito l’affermazione della tv-on-demand. Buone notizie, invece, dalle biblioteche civiche, che segnano un aumento degli iscritti sotto i 14 anni e del patrimonio documentario (+5% tra il 2014 e il 2016). I piemontesi sembrano essere ottimi lettori, sopra la media nazionale con 8,17 documenti in prestito per ciascun utente (nel 2016).
“Dobbiamo cambiare prospettiva – ha commentato Luca Dal Pozzolo, direttore dell’Osservatorio – e capire quanto il digitale ha pervaso le nostre esistenze, impattando in modo capillare sui nostri comportamenti, dando origine anche a nuovi modi di consumare cultura”. Da qui l’idea di raccontare la relazione 2017 con cinque performance, realizzate in collaborazione con Valter Malosti, direttore di Fondazione TPE, e Elena Serra, attrice. Si ascolta musica lavorando, si legge e ci si informa nello stesso momento, con uno smartphone, difficile distinguere una situazione dall’altra.
C’è un altro dato importante, poi, la crescita degli investimenti pubblici, che segnano un +7,9% rispetto al 2016 per circa 264 milioni di euro. Siamo ben lontani dai dati pre-crisi ma se non altro si cresce. Questo si traduce in un aumento del valore aggiunto prodotto dalle oltre 21.000 imprese attive nel settore (+4,5%) e anche del numero degli occupati (+3,6%). Si assiste, insomma, a una piccola ripresa economica.
“Dobbiamo guardare alla trasversalità – ha commentato Francesca Leon, assessora alla cultura del Comune di Torino – perché se pensiamo alle vite digitali c’è un enorme divario da colmare tra competenze e conoscenze”. “Abbiamo raggiunto un risultato – ha aggiunto Antonella Parigi, assessore regionale alla cultura – perché è cresciuta la consapevolezza dell’importanza della cultura per lo sviluppo. La tecnologia va associata alla riscoperta dei saperi e del passato”.