Epat Confcommercio, Confesercenti e Confcooperative del Piemonte chiedono un tavolo di crisi con la Regione per cercare forme di tutela nei confronti del debito insoluto causato dai buoni pasto non rimborsati Qui Ticket, di Qui group Spa.
È quanto emerso oggi durante l'audizione in Consiglio regionale delle delegazioni dei rappresentanti degli esercenti.
Il quadro d’insieme, che riguarda diverse regioni su tutto il territorio nazionale, "non è ancora ben chiaro", hanno spiegato gli auditi, "ma le dimensioni del fenomeno sono tali da essere paragonabile ad una vera e propria crisi industriale che riguarda centinaia di esercenti, che rischiano di chiudere e migliaia di lavoratori, che rischiano il posto di lavoro, solo in Piemonte".
Il tavolo di crisi avrebbe lo scopo di trovare una salvaguardia per il debito degli esercenti causato, peraltro, da un appalto pubblico e per definire il perimetro del debito e lo stato dei pagamenti pubblici.
“Per il futuro auspichiamo che venga messa mano all’intero sistema a livello nazionale anche dal punto di vista normativo – dichiara il presidente di Epat, Alessandro Mautino - sia per quanto riguarda i criteri con il quale si assegnano gli appalti, che non possono essere solo meramente economici, sia perché riteniamo che le Amministrazioni si debbano far carico di garanzie anche in forma di solidarietà, così come avviene nel mondo del privato, nei confronti degli esercizi pubblici evitando così che siano essi gli unici a doverci rimettere”.
Confcommercio, attraverso il proprio confidi Ascom Fidi Nord Ovest, ha predisposto un apposito strumento finanziario per le piccole che prevede un finanziamento fino a 50.000 euro per fare fronte nell’immediato alla crisi in cui si trovano.
“La nostra proposta - dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino e presidente nazionale di Fiepet - è stata accolta: fatto che apprezziamo, come apprezziamo l’impegno dell’assessore Pentenero. La nostra idea è quella di mettere intorno a un tavolo tutti i soggetti interessati (Regione, Consip, Qui Ticket, associazioni di categoria) e trattare la vicenda con un fatto unitario: è vero che le aziende coinvolte sono tantissime, ma il problema è comune e comuni devono essere le linee di intervento. Certamente c’è un dato che avvicina questa vicenda a una ‘classica’ crisi aziendale: la somma dei crediti vantati dai singoli bar (oltre 3000 solo a Torino, più del doppio in Piemonte) rientra nei parametri di bilancio di una media azienda; si va della poche migliaia alle decine di migliaia di euro, con pagamenti che latitano in molti casi da oltre un anno. Si tratta di una situazione sempre più insostenibile che rischia di far chiudere i battenti a molti colleghi. Per questo, bisogna fare presto e soprattutto non lasciare soli gli operatori. Un approccio comune e condiviso ci sembra la strada giusta non solo per affrontare questa crisi, ma anche per immaginare regole diverse in grado di evitare che situazioni come queste si ripetano”.
“Oltre due milioni e mezzo di euro, ad oggi, è il credito vantato nei confronti della società Qui Ticket da parte degli esercizi commerciali associati alle nostre cooperative della distribuzione” denuncia Roberto Forelli, presidente di Confcooperative Consumo e Utenza Piemonte, la federazione che in Confcooperative rappresenta le cooperative di consumo e di dettaglio.