Se la Curva in silenzio incute tristezza, il pullulare di certi post sui Social miete antipatia. Il canto in Curva si è tramutato, attraverso gli anni, da uso a consuetudine. Uno stadio senza curve cantanti, è equiparabile a un mondo senza sogni. Stabilito ormai che il tifo esala da quel lembo di stadio, non mi è del tutto chiara l’equazione che accomuna il silenzio agli altri settori. Se tralasciamo la tribuna d’onore, dove, parafrasando John Lennon potremmo dire ai tifosi lì seduti di ‘far tintinnare i loro gioielli’, quale arcano mistero abbina il mutismo agli occupanti delle altre zone dello Stadium?
Zitti sulle gradinate, molti di loro non perdono occasione per parlare a vanvera sui Social, prodigandosi nelle teorie sociologiche più disparate sul ‘silenzio della Curva Sud’.
Una miriade di pattume grafico (tralasciando il disgusto linguistico di alcuni commenti) sommerge il web, colpevolizzando una Curva di non fare il proprio ‘dovere’.
A loro si accomunano i ben noti ‘ultras da tastiera’, che arruolano molto spesso gente che da anni non frequenta più gli stadi o che, peggio ancora, non li hanno mai visti.
Tutti compatti a dar consigli, a impostare la gestione del tifo, a criticare silenzi, a stigmatizzare cori mal riusciti.
In Italia, abbiamo scoperto che i 60 milioni di allenatori sono stati sostituiti da altrettanti milioni di tifosi ultras.
Il Ministero avrà di che preoccuparsi, estendendo il Daspo sportivo oltre ai presunti terroristi, anche a massaie, operai, studenti all’ultimo anno di ingegneria, professionisti, sessatori di polli, assaggiatori di cibo per cani, annusatori di alito, artisti delle ceneri.
Non so se verranno daspati tutti, ma almeno fateli tacere.
In Breve
lunedì 19 maggio