C'è un Garibaldi che non è l'Eroe dei due Mondi che i libri di storia tramandano ormai da generazioni, ma che di azioni eroiche - queste sì - nella sua carriera ne ha compiute parecchie. Spesso in silenzio, senza che nessuno se ne accorgesse, ma di cui tutti (o quasi) abbiamo beneficiato soprattutto quando ci siamo seduti a tavola.
Un Garibaldi che di nome fa Angelo (e non Giuseppe) e che forse non avrà muri di case in giro per il mondo tappezzate di incisioni che ne testimoniano il passaggio, ma un libro sì. Si tratta di "Angelo, il dottore dei fiori", perché Angelo Garibaldi, che quest'anno festeggia 80 anni, della salute di piante, vegetali, coltivazioni e dunque di un po' tutto il pianeta ne ha fatta una ragione di vita, non solo professionale.
Nel 2017 ha festeggiato i 15 anni di Agroinnova - il Centro di Competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale e agro-alimentare dell’Università di Torino di cui è presidente - ma nella sua carriera è arrivato a essere professore emerito dell’ateneo subalpino, attività che continua ancora oggi, insieme alla ricerca.
Il libro, dunque, ripercorre le tappe e i successi della sua carriera. Ma non vuole essere un volume accademico: piuttosto un racconto, illustrato da molte immagini e disegni, che possa coinvolgere e appassionare anche i più piccoli. Un libro a firma Maria Lodovica Gullino, che con Angelo Garibaldi lavora da quarant'anni, edito da Edagricole ed illustrato da Gabriele Peddes.
«Agroinnova è da sempre alla ricerca di nuovi strumenti per comunicare l’importanza della tutela del patrimonio agricolo e forestale e l’utilità ed i risultati della ricerca scientifica a pubblici sempre diversi, in questo caso ai bambini, i ricercatori di domani - commenta l’autrice del libro Maria Lodovica Gullino, direttore di Agroinnova -. Lo abbiamo fatto il mese scorso al Teatro Carignano con lo spettacolo Windblow prodotto da Tangram Teatro per la regia di Ivana Ferri, che ha registrato il “tutto esaurito”, e sono felice di farlo oggi con questo libro, sostenuta dalla principale casa editrice nazionale nel settore agricolo. Questo piccolo libro rappresenta inoltre da parte mia un ringraziamento al professor Garibaldi, per i preziosi insegnamenti che in questi anni di intensa collaborazione ha trasmesso a me e a tutti i collaboratori».
Il dottore dei fiori ripercorre così la storia di un ricercatore che, fin da bambino, ha deciso di dedicare la propria vita alla cura delle piante, con una particolare attenzione, considerata l’origine famigliare, a quelle da fiore. Dall’infanzia in Liguria, passando per Torino e arrivando ai centri di studio internazionali, le vicende di Angelo e della sua famiglia si dipanano attraverso i fatti più significativi della sua vita con l’obiettivo di avvicinare i giovani lettori al mondo della ricerca scientifica e del metodo sperimentale, facendoli entrare in contatto, in maniera semplice e comprensibile, con le tecniche e gli strumenti d’indagine della fitopatologia e con i problemi pratici che la scienza attraverso l’impegno dei ricercatori cerca di risolvere. A partire dal giorno in cui il giovane Angelo, di ritorno da scuola, trova suo padre Achille, floricoltore, disperato perché i suoi garofani avevano contratto il mal bleu, una malattia a quel tempo devastante. Quel giorno il giovane Angelo decide il suo futuro ed inizia a studiare per diventare patologo vegetale, mestiere che svolge ancora oggi, arrivando per primo, al mattino presto, presso le serre del campus universitario di Grugliasco, per verificare di persona come procedono gli studi sulle diverse malattie delle piante di cui oggi Agroinnova si occupa.
In oltre 60 anni di attività, Angelo Garibaldi ha segnalato 430 nuove malattie sia in Italia, sia, in alcuni casi, a livello mondiale. «Fa certamente un certo effetto leggere la propria vita in un libro. Ora comprendo tutte le domande che la professoressa Gullino da un certo momento in poi ha iniziato a farmi sui miei trascorsi, in particolare sulla mia infanzia - scherza Garibaldi -. Spero davvero che questo volume possa far scattare la scintilla in qualche giovane e spingerlo a percorrere la stessa mia strada, perché oggi c’è un grande bisogno di patologi vegetali per contrastare il diffondersi sempre più rapido di malattie da un continente all’altro per effetto della globalizzazione».