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Politica | 09 febbraio 2019, 11:32

Bufera in Sala Rossa per il caso Cucchi: prosegue il duello tra M5S e Giovanardi

La capogruppo Sganga replica all'ex ministro che ha lamentato di essere stato diffamato: "Ci sarebbe da ridere, se non si trattasse della tragica fine di un giovane nelle mani dello Stato"

Bufera in Sala Rossa per il caso Cucchi: prosegue il duello tra M5S e Giovanardi

Ancora bufera in Sala Rossa, ancora una volta il nome di Stefano Cucchi a fare da sfondo a un duello politico. Duello che questa volta vede confrontarsi il Movimento Cinque stelle e Carlo Giovanardi, già parlamentare e ministro dei governi di centrodestra guidati da Silvio Berlusconi.

Da lui, nelle scorse ore, sono arrivati gli strali contro la maggioranza che guida la città di Torino e che si è espressa sul caso del giovane morto dopo essere stato arrestato. Giovanardi ha affermato di essere stato diffamato, perché accusato di insulti alla famiglia del defunto. Sui social, come ormai abitudine, è arrivata la replica di Valentina Sganga, capogruppo M5S in Comune: "Gli avvocati dell'ex parlamentare e ministro dei governi Berlusconi, Carlo Giovanardi, sostiene che l'ordine del giorno che abbiamo approvato in Sala Rossa sul caso Cucchi “leda gravemente” il suo “onore” e il suo “decoro”. Ci sarebbe da ridere se non si trattasse della tragica fine di un giovane che, mentre era in custodia e nella mani dello Stato, ha perso la vita e la cui ricostruzione è stata ostacolata in tutti i modi da alcuni apparati di quello Stato che doveva proteggere quella vita e invece ha cercato di screditare in tutti i modi".

"L'unica cosa che posso dire - aggiunge - è che sono le posizioni di Giovanardi sul caso Cucchi ad essere lesive della dignità di una persona morta e del ruolo del Parlamento e del Governo che avrebbe dovuto rappresentare. Anziché preoccuparsi degli Ordini del giorno del Comune di Torino si preoccupi dei danni che quelli come lui e il suo governo hanno fatto a questo Paese. Speriamo che gli avvocati di Giovanardi scelgano di portare il consiglio comunale di Torino in tribunale perché almeno ci sarà una nuova aula di giustizia dove poter chiedere verità". 


"L'ennesima sparata di questo personaggio che non ha più nemmeno il consenso per sedere in Parlamento - conclude Sganga - andrebbe fatta passare sotto silenzio se non fosse una nuova occasione per chiedere “verità e giustizia” per Stefano Cucchi e ribadire la nostra solidarietà ai suoi genitori e alla sorella Ilaria. Di carcere non si deve morire, né se si è colpevoli, né se si è innocenti. È un concetto semplice che però purtroppo anche certi ex ministri non riescono a capire".

redazione

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