Aggiornamento alle 10.30: il corteo, che procedeva in direzione Porta Palazzo, è stato bloccato da un cordolo di poliziotti in tenuta anti-sommossa all'angolo tra via Garibaldi e via XX Settembre. I manifestanti hanno urlato alle forze dell'ordine slogan come "Poliziotto che ci stai a fare, a casa ci sono i piatti da lavare".
"Lo diciamo chiaro e tondo: se ci fermiamo, si ferma il mondo. Siamo una marea che sale e non si arresta: scateniamo la protesta". Sono questi gli slogan che a Torino hanno aperto la giornata di sciopero e manifestazione in occasione della festa della Donna, promossa dal movimento "Non una di meno".
A partire dalle 9:30 in piazza Castello si sono radunati un centinaio di manifestanti - ragazze, donne, ma anche uomini - vestiti di nero, ma con un dettaglio fucsia.Un gruppo di persone si è messa in cerchio. Al centro sono stati messi dei cartelli con su scritto parole come "casalinga", "eterosessuale", "lesbica", "materna", "disabile", "gay", "donna in carriera". I partecipanti erano poi invitati a raccoglierli e consegnarli a uno dei presenti, che a loro giudizio incarnava il termine: il gioco aveva l'obiettivo di fare riflettere sugli stereotipi che ci vengono attribuiti.
Decine poi i cartelli esposti, con slogan come "Non si ammazza una donna per una tempesta emotiva", "Nessuno ha chiesto cosa indossasse il mio stupratore", "Per combattere insieme omo-lesbo-bi-trans fobia io sciopero", "Se non posso ballare non è la mia rivoluzione".
Da piazza Castello i manifestanti si sono spostati in via Garibaldi con direzione Porta Palazzo, dove inviteranno le persone a non fare la spesa, e poi da lì al Campus Einaudi, dove si uniranno ai bibliotecari in sciopero.
Questo pomeriggio alle 16.30 è previsto un nuovo corteo con partenza da Porta Susa.