Un anno fa mise il punto finale alla sceneggiatura proprio di fronte a Villa Scott, luogo simbolo della Torino nera e misteriosa tanto cara a Dario Argento. Oggi Luca Canale Brucculeri, classe 1987, si prepara a lanciare il primo lungometraggio della sua carriera, che omaggia il grande Maestro del giallo e restituisce allo spettatore l’inquietudine di una città conturbante, sfuggevole e dal fascino inesauribile. Onirica – prodotto dalla casa indipendente May Film Studios con Lacumbia Film, Isophonic Studio, Gipix, Cine-Museum e Associazione Golden Hour – sarà proiettato in anteprima assoluta (già sold out) al Cinema Ambrosio sabato 30 marzo, alle ore 22.30. E il fermento è ormai alle stelle.
“Per un’opera prima come la mia – commenta il regista –, il rischio di scimmiottare Argento poteva essere dietro l’angolo. Non si tratta quindi di una ripresa marcata del suo cinema, per quanto le citazioni siano inevitabili, ma il film vuole essere una reinterpretazione più moderna e personale di quel tipo di poetica. Noi italiani siamo testimoni di una cultura del giallo di genere che tutti ci invidiano. Il mio intento, girando, era di riscoprirla, riportandola alla luce”.
“La mia passione per Argento – continua – è nata fin da quando ero piccolo. I suoi film mi facevano così tanta paura che in casa parlarne era addirittura un tabù. Poi l’ho riscoperto da grande, con pregi e difetti, ed è stata una vera rivelazione”.
La storia prende le mosse da una serie di omicidi consumati in piena estate, alla vigilia di Ferragosto. La città è deserta, oppressa dalla canicola soffocante. Nei luoghi dove Dario Argento ha ambientato i suoi capolavori vengono ritrovati cadaveri di persone uccise proprio ricalcando le medesime modalità dei film. A risolvere il mistero è quindi chiamato un esperto, che, rivelandosi poi il principale indiziato, cerca a tutti i costi di scagionarsi dalle accuse, in preda a una sorta di delirio onirico sfociante in macabre visioni, dove, a parlargli, sono le vittime stesse.
“Per questo escamotage mi sono anche ispirato a Hitchcok – commenta Luca – e l’elemento del sogno, poi incubo, incrementa l’ansia e l’angoscia nello spettatore, chiamato a riflettere su una possibile doppia personalità del protagonista. Ciò che prende forma man mano è una vera indagine psicologica sull’identità dell’assassino. C’è molta umanità in tutto il film”.
E se alla “scuola” di Dario Argento viene fatto un lodevole tributo nell’alternarsi di set indimenticabili – dalla già citata villa in Borgo Crimea alla casa di piazza Cln, protagoniste di Profondo Rosso, fino all’ex zoo del parco Michelotti in L’uccello dalle piume di cristallo –, è poi la città tutta a dominare la scena, ambigua, cupa e inglobante “un po’ come Gotham City”, spiega scherzosamente Luca, “mentre nel mio ultimo corto, ‘Maggio’, era luminosa, gioviale, romantica”.
Un tributo a Torino che mette giustamente in risalto la grande bravura e professionalità degli attori “di casa nostra”, in un cast di stampo orgogliosamente sabaudo che vede protagonisti Fabio Rossini, Diego Casale e Camilla Nigro. “Sappiamo di aver creato un’opera forse destinata a un pubblico di nicchia, di appassionati; non di certo alle masse”, chiarisce Luca. “Ma la partecipazione e l’interesse finora sono molto alti e ci fanno ben sperare. Siamo già stati invitati a diversi festival anche internazionali”.
E il referente principale, Dario Argento, ha voce in capitolo? “Ovviamente ha subito saputo del progetto e ho incontrato diverse volte il suo avvocato”, conclude il giovane regista, “tra l’altro nello stesso anno in cui Guadagnino ha riportato sul grande schermo ‘Suspiria’. L’idea era di dedicargli un cammeo, ma i recenti problemi di salute che ha avuto ce l’hanno impedito. Un suo giudizio dopo il film? Chissà, aspetteremo...”.