Simbolo di mescolanza e incontro, la Giornata europea della Cultura ebraica celebra oggi il suo primo ventennale, coinvolgendo 34 Paesi europei e ben 88 località italiane in 15 regioni, tra cui Torino. Una manifestazione coordinata e promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
cresciuta esponenzialmente da quel 29 agosto 1999, quando furono aperte al pubblico per la prima volta in contemporanea le sinagoghe di cinque nazioni europee (Italia, Francia, Germania, Spagna e Svizzera). L’evento, nato come esperimento, ebbe un successo tale da divenire, dal 2000, appuntamento fisso annuale.
La Comunità ebraica di Torino fu la prima nel Paese ad aderirvi, assumendo anche il ruolo di coordinatrice a livello nazionale, supportata nell’organizzazione dalla cooperativa Artefacta per la visita guidata alla sinagoghe, e raggiungendo un ottimo risultato con 1356 visitatori.
“Un motore che ha dato la spinta per la costituzione di realtà permanenti – racconta il presidente della Comunità di Torino Dario Disegni –, come la Fondazione dei beni culturali ebraici in Italia, per la conservazione e la promozione del turismo. E il MEIS di Ferrara, che custodisce un immenso patrimonio storiografico e ora ospita la mostra temporanea ‘Il Rinascimento parla ebraico’, naturale prosecuzione di ‘Ebrei, una storia italiana’, sui primi mille anni dell’ebraismo nella penisola. Sono esempi che rappresentno non solo delle banali esposizioni di oggetti, ma una vera e propria narrazione dell’identità culturale di un popolo”.
Il tema che unisce idealmente tutte le iniziative di quest’anno ha come titolo i “I sogni, una scala verso il cielo”, e riecheggia un noto episodio della Genesi che vede protagonista il patriarca Giacobbe. Al tema dei sogni, intesi come sostanza onirica ma anche come speranza e costruzione del domani, sono ispirate le centinaia di iniziative organizzate oggi in tutta Italia. “Il sogno per noi è la speranza, la costruzione del domani. Una costante nella nostra storia”, spiega Disegni. “È l’augurio di un qualsiasi padre al proprio figlio, l’auspicio di una vita migliore che ha accompagnato tutte le migrazioni nel corso dei secoli. Il sogno millenario concretizzatosi nel 1948 con la Fondazione dello Stato di Israele”.
L’argomento del sogno si presta a molte letture per l’ebraismo, a partire dagli episodi presenti nella Torah e nel Talmud, passando per la mistica ebraica e la psicoanalisi di Sigmund Freud. Declinato in varie forme nei programmi giornalieri delle città oggi coinvolte, avrà Parma come città capofila. Mentre la Comunità Ebraica di Torino ha organizzato un ricco programma di iniziative sparse su tutto il territorio regionale, tra Alessandria, Asti, Carmagnola, Cherasco, Chieri, Cuneo, Mondovì e Saluzzo.
“L’obiettivo principale – chiarisce Disegni – è diffondere la conoscenza tra i cittadini del nostro patrimonio, sia materiale e artistico, come i ghetti, le sinagoghe, i cimiteri, sia immateriale, dando spazio a musica, teatro, incontri divulgativi. Vogliamo far avvicinare il pubblico alla nostra tradizione, perché siamo convinti che il primo punto fermo in una società fondata sulla convivenza sia proprio la conoscenza e il rispetto dell’altro”.
La giornata torinese si apre alle 9.45 in piazzetta Primo Levi con i saluti istituzionali. Seguirà la conferenza “Il sogno necessario” a cura del rabbino Ariel Di Porto e della professoressa Rosamaria Di Frenna. Dalle 11 inizieranno le visite guidate alle sinagoghe, condite da assaggi di cibi kasher a cura di ADEI – Associazione Donne Ebree d’Italia. Per tutta la giornata, la piazza ospiterà la vendita di libri a cura della Comunità Ebraica, dello Studio Associato Artefacta e della Libreria Claudiana, la distribuzione della rivista “Ha Keillah”, organo dell’associazione Gruppo di Studi Ebraici, e le attività del Gruppo Sionistico Piemontese.
Alle 11 è in programma la visita al settore ebraico del cimitero monumentale, con ritrovo in corso Regio Parco 80, davanti alla lapide commemorativa delle vittime del nazifascismo. Alle 15 partirà una passeggiata dal ghetto alla Mole Antonelliana, e concluderà la giornata lo spettacolo musicale “Ci sembrava di sognare”, con Massimiliano Filippini e Ahava Noham Katzin, presso il Centro Sociale della Comunità ebraica.
“Negli anni – spiega Disegni – l’accoglienza da parte della città è sempre stata molto buona, con un livello di partecipazione decisamente elevato. Molti visitatori hanno poi continuato a seguire le nostre iniziative nel tempo. Torino, da questo punto di vista, mostra una capacità di ascolto e una sensibilità al tema costante. E, negli ultimi tempi, grazie al Comitato Interfedi, abbiamo portato avanti un dialogo proficuo con le altre comunità religiose, specie i valdesi, nostri ‘vicini di casa’ qui a San Salvario, e i musulmani".
"Cerchiamo di diffondere - conclude - messaggi positivi in un’epoca in cui riemergono pericolosamente l’oscurantismo e il fanatismo. Lo abbiamo già fatto nel 2018 in ricordo degli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali in Italia, e quest’anno cade anche il centenario di Primo Levi, uno dei più grandi scrittori del Novecento, non solo testimone della Shoah, ma intellettuale e studioso a tutto tondo. Il dialogo, fra la nostra comunità e il resto dei cittadini, resta aperto, non solo in questa giornata, ma per tutto l’anno”.