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Scuola e formazione | 19 ottobre 2019, 05:00

Torino e la sindrome del "nido" vuoto: sei bambini su dieci restano a casa

Di Martino"Opportuno invertire questo trend per dare continuità educativa e allargare il servizio a più cittadini possibili"

Torino e la sindrome del "nido" vuoto: sei bambini su dieci restano a casa

ll 63% dei bambini torinesi, da zero a tre anni, non frequenta il nido. La restante quota si divide tra strutture comunali (14,8%), in appalto (6,1%) e privati. Le aule però sembrano destinate a rimanere ancora più vuote, perché il numero di neonati diminuisce di anno in anno. Un quadro che è stato delineato ieri mattina dall’assessore comunale all’Istruzione Antonietta Di Martino e dagli uffici comunali, durante la presentazione dello stato di avanzamento della mozione per la delibera sulle linee d'indirizzo per lo sviluppo di un sistema integrato 0-6, con l’obiettivo di raccogliere spunti dalla maggioranza e minoranza.

La dimostrazione che il calo demografico infantile sta diventando un problema sempre più serio arriva anche dalle scuole dell’infanzia, dove per l’anno scolastico 2019-2020 ci sono disponibili ben 923 posti. “Negli ultimi dieci anni – hanno spiegato in Comune – abbiamo perso circa 6mila bambini nella fascia d’età 0-2. Nel 2018 sono nati circa mille bimbi in meno rispetto al 2017”.

Un problema a cui si aggiunge quello dell'età del personale, che è sempre più anziano. Ad esempio più del 70% degli assistenti educativi dei nidi comunali supera i 56 anni: su 400, il 25% ha delle gravi limitazioni. La dimostrazione che il settore educativo è uno dei più “vecchi” della macchina comunale arriva anche dai pensionamenti: tra quota 100 e legge Fornero al 2021 sono 245 quelli che dovrebbero lasciare il lavoro. Per far fronte alle prime sostituzioni il Comune, nelle scorse settimane, ha pubblicato un bando per trovare 35 insegnanti di scuola materna.

“Il 63% dei bimbi – ha commentato Di Martino – non entra nel sistema 0-3: sarebbe opportuno invertire questo trend per dare continuità educativa e allargare il servizio a più cittadini possibili”. “Un altro tema importante -ha continuato - è quello dei lavoratori: bisogna mettere insieme le loro esigenze, con quelle dell’offerta formativa. Per noi sarebbe opportuno arrivare a dicembre con le linee di indirizzo complete, per poi proseguire il lavoro”. La consigliera del M5S Barbara Azzarà ha evidenziato come sia necessario capire perché i genitori non mandino i figli al nido. “Molti magari – ha detto l’esponente grillina – vorrebbero un servizio più flessibile”.

Molto critico il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo, che ha accusato di Martino di “giocare a nascondino” e di non “volersi esporre sulle linee della giunta”. “Vogliamo capire cosa ha intenzione di fare chi guida questa città. Le scelte non sono infinite: o si esternalizza una parte del servizio o si fanno assunzioni” ha concluso l’esponente dem. Una posizione condivida anche dalla capogruppo di Torino in Comune Eleonora Artesio, che ha evidenziato come l’attuale piano assunzioni “mantiene a malapena l’esistente”.

“Al contrario – ha replicato l’assessore Di Martino – ci si sta muovendo in modo serio e trasparente, nel rispetto delle prerogative del Consiglio che dovrà definire gli obiettivi e gli indirizzi su proposta della giunta alla fine del percorso partecipato”.

Cinzia Gatti

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