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Cultura e spettacoli | 12 dicembre 2019, 11:23

"Sissi. Imperatrice, ribelle, donna": Giorgia Marras racconta la sua principessa a fumetti al Circolo dei Lettori

L'opera è stata presentata al Circolo dei Lettori di fronte a un pubblico appassionato e curioso di scoprire la Sissi raccontata dall'autrice

"Sissi. Imperatrice, ribelle, donna": Giorgia Marras racconta la sua principessa a fumetti al Circolo dei Lettori

La principessa Sissi, o meglio, Elisabetta Imperatrice consorte d’Austria è uno dei personaggi più travisati della storia. Giunto fino a noi soprattutto tramite la narrazione cinematografica. Una narrazione romantica, stucchevole e poco aderente alla realtà.

“Mi hanno sempre affascinato le storie di persone particolarmente tormentate e particolarmente travisate” dice Giorgia Marras, ed è per questo che ha deciso di raccontare la vera Elisabetta, tramite un libro a fumetti da lei scritto e disegnato.

Forte di questo obiettivo, ha dedicato quasi dieci anni a viaggi, ricerche e documentazione. “Più andavo a fondo, più scoprivo una persona totalmente diversa e sentivo il bisogno di raccontare cosa fosse successo veramente, la sua vera storia”, continua l’autrice che, dopo aver finalmente trovato la casa editrice adatta al suo progetto, è uscita nelle librerie lo scorso 4 ottobre con il suo “Sissi. Imperatrice, ribelle, donna” di Diabolo Edizioni.

L’opera è stata presentata al Circolo dei Lettori di fronte a un pubblico non numerosissimo ma decisamente appassionato, curioso di scoprire la Sissi che ha scelto di raccontare l’autrice.

“Lei si trovò sposata giovanissima, non volendo fare l’Imperatrice e non essendo preparata per quel ruolo. Partendo già da una base svantaggiata perché la sua famiglia era di rango inferiore rispetto alla famiglia reale. Inoltre lei non era particolarmente ricca e non aveva ricevuto un’educazione come si conveniva all’epoca, essendo stata educata dalla madre e non da un’istitutrice. E in più non aveva un’attitudine particolare per il ballo e per tutte le cose considerate femminili e quindi si attirò da subito tutte le antipatie della Corte anche perché, bisogna dirlo, lei non faceva nulla per farsi piacere agli altri”. Una donna liberale, ribelle, poco incline a piegarsi ai desideri degli altri, soprattutto a quelli della rigida e tutt’altro che amorevole suocera, l’arciduchessa Sofia.

Questa giovanissima Sissi si trovò in un ambiente che le era poco favorevole e che la privava di tutte le libertà che aveva goduto fino a quel momento. Lei, abituata a cavalcare per i boschi della Baviera, si trovò ad essere sempre accompagnata anche solo per attraversare un salone. E, più di ogni altra cosa, si trovò sola. Lontana dal marito, il baffuto Francesco Giuseppe, che inizialmente amava molto e che, per ovvie ragioni di Stato, era sempre in viaggio per il vasto Impero Austro-Ungarico a svolgere il proprio ruolo.

E qual era invece il ruolo di Sissi? Quello di sfornare bambini. Destino comune a tutte le mogli dei regnanti in passato come ancora adesso, ma che lei pativa particolarmente, non voleva essere “una fabbrica di bambini” diceva.

Nel suo caso, al danno si aggiungeva la beffa, dato che i figli non venivano fatti crescere da lei, ritenuta troppo giovane e non all’altezza, ma dalla stessa odiata suocera. E vivevano in appartamenti separati, all’interno del palazzo. Elisabetta doveva chiedere il permesso per entrare nelle stanze dei propri figli.

E al danno si aggiunse anche la tragedia quando Sissi, puntando i piedi per la prima volta, decise di portare in viaggio con sé e il marito le sue prime due bambine. Viaggio a cui però, per un’infezione polmonare, non sopravvisse la primogenita. Difficile dire se la bambina sarebbe morta ugualmente anche a Vienna ma, sicuramente, una tale concomitanza di eventi segnò indelebilmente Sissi, il cui senso di colpa finì per avvelenare il rapporto con tutti gli altri figli, prima fra tutti la secondo genita, Gisella. Quindi Elisabetta era una madre decisamente più tormentata e non altrettanto riuscita di quella raccontata nei film.

Invece, se c’è una cosa veritiera che ci è stata tramandata dal mondo del cinema riguardo a Sissi è il suo grande fascino. Una volta adulta, verso i 20 anni, quando si trovava a Madera per guarire da una malattia – lontana dalla corte e dai suoi doveri –si rese conto, forse per la prima volta, della sua bellezza, della sua capacità di piacere agli altri. Bellezza che lei, negli anni coltivò in maniera maniacale. “Sissi creò un’immagine che la proteggesse”, spiega Giorgia Marras. “Indossò una maschera in modo che gli altri non vedessero ciò che era realmente, cioè una persona sensibile, molto riservata, molto timida. Un meccanismo per difendersi dal mondo e, allo stesso tempo, conquistare ciò che poteva. Un’immagine di donna carismatica e bellissima”.

Ma un’immagine costruita a che prezzo? La routine giornaliera per apparire al meglio era lunga e intensa, fatta di esercizi ginnici e ore per acconciare i mitici lunghissimi capelli. In pratica, la cura della sua persona, era il nucleo di ogni sua giornata. Inoltre, anche questo suo aspetto si ritorse contro di lei. E, a soli, 35 anni, Sissi cominciò a nascondersi. Terrorizzata dai segni del tempo e infastidita dalla curiosità costante delle persone, non volle più essere fotografata e cominciò ad uscire coperta sempre da una veletta, celata anche da un cappello, un ventaglio e persino un ombrello da passeggio. “Ma, nonostante cercasse di nascondersi, la sua immagine era così leggendaria che, anche viaggiando in incognito, la riconoscevano”.

La vera Elisabetta era quindi sola e travagliata. Lontana dalla Sissi romantica e “zuccherosa” interpretata dalla splendida Romy Schneider nei film di Ernst Marischka.

Rossana Rotolo

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