Ultimo appuntamento dell’anno all’Area Archeologica della Nuvola Lavazza.
Sarà infatti possibile prenotarsi per le visite di s
abato 28 dicembre (ore 15.00 e ore 17.00) e domenica 29 dicembre (ore 17.00)
La visita guidata permetterà di scoprire i resti di un’area di circa 1.600 metri quadrati sita all’angolo tra corso Palermo e via Ancona, tra cui le fondamenta di una chiesa Paleocristiana del IV-V secolo d.C. e la stele funeraria del II secolo d.C., rinvenuta nel 2011 a pochi metri dal sito archeologico e ora ricollocata nel suo luogo d’origine. Tale
rinvenimento è stato vissuto come un’occasione di arricchimento. Il progetto architettonico è stato infatti modificato proprio per tutelare e valorizzare il sito. L’ampia vetrata all’interno del nuovo Centro Direzionale Lavazza da più di un anno permette ai passanti di vedere i resti archeologici dei mausolei e della chiesa paleocristiana di San Secondo (IV-V secolo) emersi dagli scavi. L’affaccio è particolarmente suggestivo di sera, quando l’illuminazione scenografica del sito offre un’interessante vista d’insieme. Al termine dei complessi lavori di restauro e musealizzazione, l’area apre le porte ai visitatori, che a gruppi potranno percorrere i camminamenti realizzati per consentire la visione diretta più ampia possibile delle strutture antiche. Due audiovisivi in italiano e inglese introducono la visita insieme ai plastici, ottenuti dalle elaborazioni digitali in 3D dei rilievi di scavo, che suggeriscono un’ipotesi ricostruttiva del complesso funerario nelle sue principali fasi storiche. I pannelli a leggio disposti lungo il percorso illustrano nel dettaglio le tematiche pertinenti alle strutture visibili da ogni singola postazione. Il percorso di visita è completato dall’esposizione degli oggetti ritrovati in scavo, presentati in una lunga teca sotto la vetrata, che raccontano la loro storia intrecciata con quella del sito, illuminandone interessanti particolari e fornendone preziosi agganci cronologici.
Durante la visita sarà inoltre possibile vedere
le sette opere dell'artista Aron Demetz e, a rendere ancora più suggestivo il sito, un importante ritrovamento del IV-V secolo d.C.