In queste settimane continuano ad arrivare messaggi di preoccupazione da parte dei settori industriali e produttivi: tra le ultime grida d’allarme quelle di parrucchieri e artigiani, che vedono un futuro reso grigio e incerto a causa dello stop imposto dalle misure di contrasto al Coronavirus.
Il noleggio cerca una strada nella crisi
Non è più serena la situazione per il settore dell’edilizia e per il comparto del noleggio, anche se in alcuni campi le attività sono state portate avanti con le modalità di sicurezza previste dalle normative. È il caso di Gimax Rent, che riesce a garantire ancora il servizio di noleggio di piattaforme aeree per sostenere le attività che effettuano manutenzioni in settori strategici per affrontare l'emergenza Coronavirus, rispettando specifiche misure di salvaguardia.
Ad esempio, tra un noleggio e l'altro i mezzi sono messi a fermo obbligatorio per almeno 24 ore e sottoposti a una rigorosa sanificazione prima del successivo utilizzo, per azzerare i rischi di un eventuale – per quanto improbabile – contagio per contatto.
Reagire a una situazione imprevedibile
Questa capacità di organizzarsi in tempo e di reagire a una situazione completamente imprevista e imprevedibile è comunque “tipica” dei noleggiatori, che si sono dimostrati nel corso degli ultimi anni imprenditori innovativi che hanno sviluppato il concetto di servizio in un mercato nuovo, spesso lottando contro burocrazia e mercato vendita-centrico.
E nell’attesa del termine dell’emergenza e dell’uscita da questa crisi, che potrebbe confermare nei clienti la consapevolezza dell’importanza del meccanismo del servizio di noleggio professionale, i player del settore non possono certo star fermi per fronteggiare un mercato in continua evoluzione, che impone di lavorare anche ora per ricercare nuovi potenziali clienti, studiare possibili nuovi servizi e processi lavorativi da attuare, attivare differenti metodologie di comunicazione per attrarre pubblici più ampi.
Venti di inevitabile crisi sul 2020
Questa strada potrebbe aiutare a risollevarsi dopo la brutta sorpresa di marzo e la stretta imposta all’Italia: il 2020 era iniziato in modo positivo per il comparto con un notevole incremento in valori, sulla scia di un 2019 chiuso col segno più, ma in poche settimane lo scenario è completamente cambiato. Le richieste di noleggio sono diminuite e affievolite, i vari decreti hanno complicato ulteriormente la burocrazia e i processi lavorativi, mentre gli aiuti previsti dal CuraItalia risolvono solo in parte l’emergenza.
L’edilizia in forte difficoltà
Ancora più critica è invece la situazione del settore delle costruzioni, studiata dagli analisti del CRESME con un’indagine preliminare sugli impatti dell’emergenza sanitaria: la contrazione prevista potrebbe essere addirittura del 22 per cento in meno al 2019 per edilizia e genio civile, un crollo superiore addirittura a quello del 2009, il vero anno nero per le costruzioni italiane durante la crisi, quando la flessione si fermò di poco sotto ai dieci punti percentuali.
In termini quantitativi, gli investimenti attesi nel 2020 dovevano raggiungere una quota vicina ai 140 miliardi di euro, ma a causa della situazione emergenziale potrebbe fermarsi ad appena 107 miliardi di euro, con una perdita netta potenziale di 34 miliardi di euro.