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Scuola e formazione | 12 giugno 2020, 07:00

L'indagine AlmaLaurea premia il Politecnico e Università di Torino: oltre il 90% dei laureati lavora a un anno dal titolo magistrale

Cresce anche il tasso di occupazione tra i laureati usciti dalla triennale: il dato è superiore alla media nazionale per entrambi gli atenei

L'indagine AlmaLaurea premia il Politecnico e Università di Torino: oltre il 90% dei laureati lavora a un anno dal titolo magistrale

È stata pubblicata oggi l’Indagine AlmaLaurea 2020 su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati. I laureati del Politecnico coinvolti nell’indagine sono 7.341; tra questi, 3.745 di primo livello e 3.587 laureati magistrali.

Appuntamento atteso dagli studenti e dalle loro famiglie, che spesso influenza la scelta del percorso di studi, l’Indagine conferma una tendenza che non si è invertita neppure negli anni della crisi: i laureati del Politecnico di Torino trovano lavoro, e ricevono in media retribuzioni più alte rispetto ai laureati degli altri atenei italiani.

Analizzando più nel dettaglio il profilo occupazionale dei laureati del Politecnico, l’Indagine evidenzia che si tratta di giovani che in larga parte continuano gli studi dopo la laurea triennale, rimandano cioè al post-laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Tra i laureati triennali che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale e che quindi sono entrati nel mondo del lavoro, il tasso di occupazione risulta comunque del 78,7%, a fronte di un dato nazionale del 74,1%.

Il dato di riferimento più significativo e in sensibile crescita risulta comunque quello che riguarda i laureati magistrali a un anno dalla laurea: è occupato il 90,5% dei laureati magistrali del Politecnico di Torino, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale del 71,7% e in crescita rispetto al dato dello scorso anno dell’88,6.

La percentuale di occupati aumenta ancora, secondo gli ultimi dati di Almalaurea, a cinque anni dal conseguimento dal titolo, quando raggiunge il 92,8% a fronte del 86,8% del dato nazionale

In quali settori sono occupati? Il 91,9% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 6,8% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit 1,3%. L’ambito dei servizi assorbe il 42,8%, mentre l’industria accoglie il 56,3% degli occupati; 0,2 la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

Significativa, poi, la differenza di retribuzione tra i laureati magistrali del Politecnico e la media italiana: 1.522 euro netti mensili a fronte di una retribuzione media di 1.285 euro a un anno dal titolo e 1.766 euro rispetto a 1.499 euro a cinque anni dalla laurea.

L’Indagine fornisce infine alcuni dati interessanti circa il profilo dei laureati. Interessante notare come il rapporto con il mondo del lavoro cominci per i laureati del Politecnico già negli anni degli studi: il 38,5% tra i laureati di primo livello e il 49,4% dei magistrali ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi.

Altro dato che emerge è la dimensione internazionale del Politecnico, con un’alta percentuale di studenti stranieri: il 9,9% in media (il 12,7% di quelli magistrali, a fronte del 5,5 a livello nazionale). Inoltre, quasi un terzo degli studenti durante la Laurea Magistrale compie un’esperienza di studio all’estero (il doppio del dato nazionale).

Significative le risposte relative alla soddisfazione: in generale, quasi 9 laureati su 10 si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso e l’85,8% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente.

“I dati emersi dall’indagine annuale proposta da Almalaurea rappresentano un riscontro importante per l’attività dei nostri docenti e per lo sforzo che sta compiendo l’Ateneo per migliorare i programmi e la didattica. Mai come in questo periodo i docenti hanno dimostrato la passione e la professionalità che li contraddistingue, così come il coraggio del Politecnico di fare investimenti importanti anche per il futuro, che siamo certi continueranno a garantire quella qualità della formazione che da sempre contraddistingue i nostri laureati e che permette loro di trovare un lavoro soddisfacente in breve tempo dopo il titolo”, commenta il Vice Rettore alla Didattica del Politecnico Sebastiano Foti.

“Il trend positivo evidenziato dai dati occupazionali è diventato ormai una costante per il nostro Ateneo. È anche grazie a questi risultati sull’occupazione che  gli studenti e le loro famiglie scelgono il Politecnico di Torino”, aggiunge la Delegata del Rettore per l’accompagnamento al lavoro Carla Chiasserini, che conclude evidenziando il dato relativo ai tirocini: “Credo che per i nostri studenti affiancare all’attività didattica una formazione sul campo in importanti realtà aziendali come quelle con cui collaboriamo contribuisca in modo significativo non solo ad avvicinarli al mondo del lavoro, ma anche a focalizzare meglio il loro percorso di studi e a trovare la propria strada nella vita”.

Per quanto riguarda l’Università di Torino, l’indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 23.061 laureati. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2018 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2014 e intervistati dopo cinque anni.  La performance di UniTo è positiva sotto molti aspetti, in crescita rispetto al Rapporto 2019 e alle attuali medie nazionali. Cresce il tasso di occupazione (a 5 anni da una laurea magistrale il tasso di occupazione è pari al 90,1%) e la soddisfazione dei laureati UniTo.

Per quanto riguarda i laureati triennali (mai iscritti a un successivo corso), aumenta il tasso di occupazione a un anno dalla laurea dal 78,2% (nel Rapporto 2019) al 78,8% (nel Rapporto 2020), il lavoro a tempo indeterminato dal 23,5% al 25,7%, mentre cala il lavoro part-time dal 29,7% al 25,7%. La retribuzione passa da 1.164 a 1.217 euro mensili netti. Aumenta la soddisfazione: il 59,4% dei laureati triennali (erano il 55,7% nel 2019) ha dichiarato che il titolo conseguito è stato molto efficace o efficace

Rispetto alle medie nazionali, comprensive dei laureati di 76 Atenei italiani, UniTo è superiore in vari aspetti. Nel tasso di occupazione ottiene il 78,8% contro il 74,1% nazionale dei laureati triennali. Più alta la retribuzione mensile netta (1.217 contro 1.210 euro) e la soddisfazione dei laureati (laurea molto efficace per il 59,4% rispetto al 58,3%). I laureati triennali di UniTo incorrono, inoltre, in meno in contratti part-time: 25,7% contro 26,7%.

Per quanto riguarda i laureati di secondo livello a 1 anno e a 5 anni dalla laurea, rispetto ai propri risultati nel Rapporto 2019, UniTo migliora il tasso di occupazione dal 73,4% al 75,9% a 1 anno dalla laurea e dall’88,1% al 90,1% a 5 anni. Aumenta la retribuzione da 1.236 euro netti mensili a 1.275 a un anno dalla laurea e da 1.485 a 1.506 a 5 anni dalla laurea. Cresce anche la soddisfazione a un anno dalla laurea(considerata molto efficace o efficace) dal 59% al 62,4%.

A confronto con i dati nazionali l’Ateneo torinese ha risultati migliori nel tasso di occupazione a 1 anno dalla laurea (75,9% contro il 71,7% nazionale) e a 5 anni dalla laurea (90,1% contro l’86,8% nazionale). La retribuzione mensile netta a 5 anni è di 1.506 euro rispetto al dato nazionale di 1.499 euro. Relativamente alla soddisfazione, a un anno dal titolo i laureati magistrali di UniTo considerano la laurea conseguita molto efficace o efficace per il 62,4% rispetto al 61,5% rilevato a livello nazionale.

Così commenta il Rettore Stefano Geuna: "I dati di AlmaLaurea confermano, una volta ancora, la capacità del nostro Ateneo di far crescere la qualità della didattica e, soprattutto, la capacità di intercettare e soddisfare la domanda di competenze che viene da un mercato del lavoro in rapida e costante trasformazione. Chi già studia a UniTo - e chi deciderà nei prossimi mesi di far parte della nostra comunità - sa che qui può e potrà contare su una formazione di eccellente livello internazionale, strategicamente orientata alle esigenze di una società che cambia. Studiare serve e amplia le opportunità per ciascuno. Questi numeri, infatti, testimoniano quanto l’investimento nella formazione avanzata sia determinante per costruire il proprio futuro e per una piena realizzazione delle proprie aspirazioni di vita. L’Università è un punto fermo, ancor più in un periodo di diffusa incertezza come quello che stiamo attraversando".

 

 

 

 

 

 

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