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Eventi | 26 agosto 2020, 07:20

Il "Mistero buffo" del Teatro Stabile di Torino censurato in Umbria: "Offende la religione cattolica"

Lo spettacolo, con Matthias Martelli diretto da Eugenio Allegri, doveva andare in scena il 29 agosto per il festival "Notti in Massa"

Il "Mistero buffo" del Teatro Stabile di Torino censurato in Umbria: "Offende la religione cattolica"

Nel 2020 la censura, in un Paese democratico padre dell'umanesimo, pare essere ancora uno strumento impugnabile. Lo dimostrano i fatti di Massa Martana, in provincia di Perugia, dove l'amministrazione comunale, nella giornata di ieri, ha vietato la messa in scena del Mistero buffo di Dario Fo prodotto dal Teatro Stabile di Torino, per la regia di Eugenio Allegri, con protagonista Matthias Martelli.

Le motivazioni? Mancanza di rispetto nei confronti degli spettatori di fede cattolica, che avrebbero potuto rimanere turbati dalla satira giullaresca creata dal Premio Nobel. Un titolo, tra l'altro, conferito dall'Accademia di Svezia al maestro indiscusso del grammelot nel 1997 proprio per sua la capacità ddi "dileggiare" il potere restituendo "dignità agli oppressi". 

Lo spettacolo era in programma il 29 agosto. E il suo annullamento ha fatto subito scalpore all'interno del panorama culturale italiano, soprattutto se si pensa ai due precedenti allestimenti nel 2017 - un anno dopo la morte di Fo - e nel 2019, per il cinquantenario della prima rappresentazione, girando piazze e teatri in Italia e in Europa. 

"Riteniamo che vietare in Italia nel 2020 uno spettacolo di un Premio Nobel per la letteratura sia un grave campanello d’allarme per quanto riguarda la situazione culturale del nostro Paese", hanno scritto in una nota Allegri e Martelli. "Addurre la motivazione che Mistero Buffo possa ledere la sensibilità religiosa della popolazione significa non solo non conoscere l’opera, la quale si ispira invece a una profonda religiosità popolare, ma è anche un evidente attacco alla libertà di espressione".

L’organizzazione dell'evento, come hanno sottolineato ancora gli artisti, "si dissocia completamente dalla scelta dell’amministrazione e si è resa disponibile al recupero della data in un altro festival da loro gestito in un'altra città".

Manuela Marascio

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