La Corte d'assise di Torino ha condannato a 30 anni di carcere Nicola Cirillo, il 58enne che lo scorso 10 giugno, a Volvera, uccise l'ex moglie Cristina Messina e ferì gravemente la figliastra Giusy a colpi di pistola.
Il pm Paolo Toso, nel suo intervento conclusivo, ha parlato del delitto spiegando che "qui si è in presenza dell'altro volto della gelosia, quello cattivo, possessivo e dominante, quello che offende la dignità della donna". La coppia era separata da cinque anni.
La Corte ha applicato le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e del precedente vincolo di convivenza. Ha anche concesso le attenuanti generiche (equivalenti alle aggravanti). Qualche ora dopo il delitto l'uomo si era consegnato ai carabinieri.
I giudici hanno riconosciuto alle parti civili il diritto a un risarcimento accordando provvisionali pari a 965 mila euro a Giusy e per un totale di 460 mila euro ad altri quattro familiari, tutti patrocinati dall'avvocato Luca Marta.
"Il fatto che siano state riconosciute le attenuanti generiche significa che i giudici hanno compiuto una disamina e una valutazione dei dati positivi emersi nel corso della causa. Diversamente la condanna sarebbe stata all'ergastolo. Sotto questo profilo possiamo dirci soddisfatti. Ora vedremo in appello": questo il commento dell'avvocato Gabriele Pipicelli, che insieme alla collega Maria Frezza ha difeso Nicola Cirillo.