Da domani Cesare Pavese viaggerà su una trentina di taxi torinesi. Non è uno scherzo, ma l'ultima iniziativa voluta da Art in Taxi, l'arte in movimento, che dopo aver reso omaggio a Gigi Meroni, a Gian Maria Volonté e a Riccardo Gualino, solo per citarne alcuni, ha deciso di sposare il progetto “E’ sempre l’ora di Cesare Pavese”.
Un invito a rileggere le opere dello scrittore di Santo Stefano Belbo, a poco più di 50 anni dalla sua prematura scomparsa, "perché estremamente attuali. Lui ha usato magistralmente la scrittura per approfondire e indagare l’uomo come individuo nel contesto in cui vive, io ispirandomi alle sue parole ho voluto interpretarle nel linguaggio a me più caro, la fotografia”, ha spiegato il fotografo Vincenzo Bruno.
“Ho realizzato 27 scatti in studio ed in esterno a Santo Stefano Belbo e a Torino e li ho legati alle parole dello scrittore". Si parte dai taxi di fronte alla stazione di Porta Nuova, ma l''intento è quello di trasportare l’arte anche nella periferia torinese, perché non rimanga nei soliti spazi, lontani dalle strade luminose del centro. Oltre alla visione delle opere, c’è un aspetto direi performativo; infatti ogni singola vettura sarà usata come contenitore costituendo l'opera stessa.
“L’associazione Art in Taxi e la fondazione Cesare Pavese mi hanno fornito il supporto per sviluppare il progetto che sarà esposto sui taxi torinesi dal 25 aprile al 20 maggio. Una rappresentativa serie di scatti sarà visibile anche presso la libreria Feltrinelli dal 25 aprile al 23 maggio”, ha concluso Bruno. I taxi che ospiteranno l'iniziativa saranno riconoscibili perché tatuati in esterno con il titolo del progetto "E’ sempre l’ora di Cesare Pavese", accompagnato dalla figura dello scrittore.
Un mezzo sarà presente anche in piazza Umberto I a Santo Stefano Belbo, la città natale dello scrittore.