Piccoli gruppi di famigliari delle dieci persone insignite delle medaglie d'oro del Presidente della Repubblica. I protocolli anti Covid non hanno permesso di fare di più, nei giorni scorsi, al prefetto di Torino Claudio Palomba, alla presenza della sindaca Chiara Appendino e degli assessori regionali Andrea Tronzano e Vittoria Poggio.
Le onorificenze, alla memoria di altrettanti cittadini residenti nel capoluogo piemontese, sia militari che civili, sono stati deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra nell'ultimo conflitto mondiale.
Le norme per il contenimento della pandemia, infatti, non hanno reso possibile
l'organizzazione di una cerimonia solenne con la partecipazione del pubblico e dei giornalisti, come gli anni passati, ma si è voluto egualmente rendere il giusto riconoscimento alla memoria degli insigniti, invitando in Prefettura per la consegna delle medaglie d'onore, i familiari di Cirulli Antonio, Gassino Giovanni, Gatti Bortolo Martino, Kenda Rodolfo, Maestro Giuseppe, Maltauro Gaudio, Renda Angelo, Verdoia Umberto, Vernetti Rosina Pietro, Zaru Mariano.
La cerimonia ha rappresentato, per i familiari degli insigniti, l’occasione per condividere con i presenti toccanti testimonianze e documenti sulla storia dei loro congiunti, compresa una poesia dedicata all'8 settembre 1943 proveniente dal luogo di prigionia di uno dei loro nonni.
“Questo pomeriggio - ha detto Appendino, - il pensiero di tutti noi va ai vostri cari e a tutti coloro che, in quello che ricordiamo come uno dei periodi più tristi e bui della nostra storia, contribuirono con le loro azioni e con scelte coraggiose ad avviare quel percorso di ricostruzione fisica e morale dell’Italia ferita dagli anni della dittatura fascista e dopo aver patito gli orrori della guerra. Una strada che ha portato a fare del nostro Paese una Repubblica che basa le proprie fondamenta sui valori di giustizia e libertà e in cui ogni persona ha pari diritti e doveri. Qui oggi in Prefettura, nel luogo che istituzionalmente rappresenta lo Stato italiano, ricordiamo il loro sacrificio e ne perpetuiamo la memoria poiché, a noi e al nostro Paese, quegli uomini hanno reso un servizio grandissimo, che non può e non potrà mai essere dimenticato”.
Il prefetto Claudio Palomba nel suo intervento ha evidenziato l’alto valore simbolico
che lo Stato ha desiderato tributare ai propri cittadini con le medaglie d’onore, quale risarcimento morale per le sofferenze patite nei campi di internamento nazisti e affinché quelle drammatiche esperienze siano tramandate alle giovani generazioni per prevenire nuove forme di odio, di violenza, di discriminazione, riaffermando i valori di dignità, libertà ed uguaglianza, sanciti nei principi fondamentali della nostra Carta costituzionale.