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Scuola e formazione | 01 febbraio 2022, 15:25

Quarantene e caos scuola, Cirio: "Aspettiamo un cenno dal governo, giovedì riuniamo l'Osservatorio scuola"

Il governatore: "Avevamo già segnalato durante le Feste il rischio di rimandare i bambini a casa, se si fossero mantenute le nuove regole"

Banchi vuoti scuola

Sono sempre tante le classi in quarantena a causa dei contagi

Ritornati tra i banchi al 10 di gennaio - tra polemiche e rassicurazioni - e poi respinti di nuovo verso casa (una o più volte nel giro di 20 giorni) come onde sugli scogli. Il mondo della scuola torinese e piemontese - al pari del resto d'Italia - ha vissuto in maniera decisamente traumatica la sua convivenza con l'ultima ondata di Covid in ordine di tempo e con Omicron. Nonostante le parole arrivate da Roma, insieme a numeri che volevano apparire rassicuranti, ma che nei fatti suonavano beffardi e lontani dalla realtà.

"Da Natale abbiamo segnalato al governo il rischio"

E anche l'ultima attesa - per le decisioni del Consiglio dei ministri di ieri - è andata delusa: nessuna nuova regola, niente burocrazia alleggerita. Tutti a casa, alè. Come allo stadio. Ma con decisamente meno entusiasmo. Anzi, con un nervosismo serpeggiante che lo stesso presidente della Regione, Alberto Cirio, percepisce e condivide. "Siamo in attesa e stiamo pressando il Governo per cambiare le regole. Dovevano decidere ieri e non lo hanno fatto. Ma era da Natale che, come Regioni, tutte insieme, segnalavamo che con queste regole sarebbe stato difficile tenere a scuola i bambini", attacca Cirio. "Questo ha creato un clima di confusione generale nelle famiglie, comprensibilmente, senza considerare che il governo ha dimenticato il congedo parentale per chi deve stare a casa con i bambini. È una dimenticanza enorme. Speriamo che arrivino in fretta novità, magari già nel pomeriggio di oggi".

"Uniformare le regole, dalle elementari alle superiori. A casa solo chi sta male"

Secondo Cirio, a Roma i decisori "stanno cercando di uniformare il più possibile le regole e i meccanismi: tra elementari, medie e superiori. Le differenze attualmente in vigore creano difficoltà di applicazione: si deve cominciare a dividere tra chi si ammala e chi non si ammala. Bisogna restituire alla vita chi è guarito o chi si è fatto il vaccino. Stanno a casa coloro che stanno male e devono curarsi". 

"Attorno ai bambini si muovono intere comunità famigliari - aggiunge Cirio - e sui 5-11 anni stiamo facendo tutto il possibile. Il sistema de Il Piemonte ti vaccina si sta dimostrando efficiente, così come il portale sanitario". E in attesa di notizie da Roma, per giovedì è fissata la riunione dell'Osservatorio scuola della Regione. L'auspicio è che, per quel giorno, la situazione appaia più chiara.

Massimiliano Sciullo

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