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Attualità | 19 febbraio 2022, 11:00

Torino "sotto assedio" durante le migrazioni mondiali: record di gru nella provincia (ma non è sempre un buon segno) [FOTO]

L'ultimo censimento ha registrato ben 4285 esemplari che hanno svernato nel nostro territorio: mai così tanti. Incide però anche il cambiamento climatico

volo di gru nella tipica formazione a V

Record di migrazioni di Gru alle porte della provincia di Torino (foto di Elio Cazzuli)

Bellissimi, iconici, da film. E soprattutto stanno "assediando" la provincia di Torino concentrandosi nelle zone delle risaie e delle pianure vicino a noi. Si tratta delle gru, splendidi animali dal collo lungo e che si spostano - quando volano - seguendo un disegno a V quasi perfetto.

Non si tratta certo di una specie tipica di Torino e del Piemonte, ma gli esperti hanno raccolto dati ed evidenze che sembrano confermare la preferenza per questi animali nei confronti delle zone poco fuori la provincia. Una sorta di "passaparola" che, con il trascorrere degli anni, ha fatto salire Torino e dintorni nel "tripadvisor" delle gru di tutto il mondo. Facendo aumentare gli arrivi e le soste in attesa di ripartire per la destinazione finale.

Un numero da record: 4285 "ospiti"

Secondo gli scienziati dell'Ente di gestione delle aree protette del Po Piemontese, un gruppo di uccelli da 750 esemplari si è radunato a Crescentino nei dintorni del ponte sul Po (proprio al confine con Torino), mentre altri 3535 sono stati contati nella zona della confluenza tra i fiumi Sesia e Po, sempre nel vicino Vercellese. Un totale di 4285 gru svernanti che rappresentano un numero record, che si inserisce nella tendenza alla crescita riscontrata negli ultimi anni.

Le rotte delle gru

Al di fuori del periodo riproduttivo, questi animali si muovono quasi esclusivamente in stormi composti anche da decine e a volte da centinaia di individui e lungo il loro viaggio si fermano nelle aree umide, per riposarsi o rifocillarsi di insetti, piccoli anfibi e pesci, ma anche di semi. Ecco perché la predilezione per le risaie alle porte della provincia di Torino.

Ogni anno l’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese partecipa al censimento coordinato a livello nazionale da ISPRA; le gru sono seguite all’incirca dalla seconda metà di novembre alla seconda metà di febbraio. L’attività ha coinvolto una quindicina di persone: personale dell’Ente-Parco, con la collaborazione di personale dell’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese ed esperti e volontari del Gruppo Piemontese Studi Ornitologici “F.A. Bonelli” (GPSO), Associazione quest’ultima che si occupa anche del riepilogo dei dati a livello piemontese.

Una tendenza ventennale (ma anche il clima che cambia)

Negli ultimi vent’anni il numero di gru che migra attraverso l'Italia è in costante aumento: la nostra penisola funge infatti da “ponte” terrestre. Le gru si riproducono nell’Europa centrale, settentrionale e orientale, dai Balcani alla Russia, fino a alla Mongolia e all’Asia minore ma svernano in zone calde, dai siti riproduttivi si dirigono infatti verso il Nord Africa, oppure, come nel caso delle gru che raggiungono il Piemonte, attraversano il mare Adriatico dirette alla penisola iberica.

Quest’ultima “via”, che utilizza come direttrice la Pianura Padana e il Po e porta le gru anche in Piemonte, si è palesata negli anni 2000 ed è in espansione. La spiegazione del cambio di abitudini di questi uccelli potrebbe essere dovuta all'aumento della popolazione, conseguente ai cambiamenti del clima e dunque legata alla maggiore natalità causata dal prolungamento del periodo riproduttivo e alla diminuzione della mortalità, conseguenza delle temperature più miti; ma anche, e soprattutto, potrebbe essere uno dei risultati conseguiti dalle politiche di conservazione. In aggiunta, forse anche una maggiore disponibilità alimentare data anche dall'incremento delle coltivazioni di mais.

Massimiliano Sciullo

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