Tutti i microbi, le particelle e i microorganismi prendono casa all'ombra della Mole. Torino si propone infatti come hub, centro di gravità di una rete di biobanche che in Italia vuole studiare e catalogare centinaia di migliaia di microorganismi (microbi e dintorni) da mettere a disposizione di scienziati e ricercatori per trovare risposte a domande che si accavallano sempre di più. Dal Covid all'economia circolare, dall'agricoltura alla lotta all'inquinamento.
Il progetto si chiama SUS-Mirri e può contare su un budget nazionale di 17 milioni, di cui quasi 6 per Torino, ottenuti dai finanziamenti del PNRR. Al fianco di UniTo, anche il CNR e altri grandi centri di ricerca, per un totale di 15 istituzioni e 7 istituzioni che da tempo lavorano nella ricerca e studio dei micro organismi.
Una sfida a 360 gradi
"È un onore e un onere, per noi, essere capofila per un progetto che per la prima volta vede un ateneo e non un centro ricerca a fare da guida", dice il rettore di UniTo, Stefano Geuna.
"Lo scopo fondamentale è rafforzare questa rete e queste biodiversità - dice la professoressa Giovanna Cristina Varese, docente Unito e coordinatrice scientifica del progetto - perché i micro organismi sono utili ad affrontare tutte le sfide attuali, dai cambiamenti climatici alla farmacologia, passando per l'agricoltura e molto altro settori".
I microbi sono la (preziosa) specie dominante
Piccolissimi, quasi invisibili. "Ma sono la specie dominante nel nostro pianeta, evoluti e differenziati in tantissime modalità diverse - aggiunge Varese -. Sono alla base del funzionamento del nostro pianeta. Assorbono gas effetto serra, come e ben più delle piante e in particolare per le alghe degli oceani. E svolgono un ruolo essenziale nella fertilità del suolo, dunque nell'agricoltura. E ancora, combattono gli inquinanti, a cominciare dalle microplastiche. Qualsiasi macro organismo vive in simbiosi necessaria con i microorganismi".
E oltre alla natura, proprio grazie alla loro utilità per l'uomo, i micro organismi possono essere un motore per le attività di bio economia. "L'obiettivo che ci ha dato il governo è che la struttura sia autonoma nel giro di tre anni. E vogliamo essere in grado di fornire al mondo accademico o a quello industriale il ceppo di micro organismi più utile. Il catalogo al momento ne conta 200mila, applicabili in quasi tutti i settori della biotecnologia". Saranno assunti 7 profili amministrativi, mentre altri 7 saranno dottorati di ricerca.
A Torino la banca-microbi più grande
A Torino, in particolare, con 20mila tipologie diverse, si può contare la più grande biobanca a livello europeo. Ma il progetto SUS-MIRRI troverà la sua casa nel nuovo campus accademico di Grugliasco, appunto la Città delle scienze. "Le potenziali applicazioni sono enormi", ribadisce Varese.
I tempi prevedono la partenza del progetto tra settembre e novembre, con 30 mesi di tempo e 6 mesi di eventuale proroga. "La struttura andrà nella parte già in costruzione del campus", dice Geuna.
La biobanca sarà su una superficie di oltre 500 metri quadri, con una banca di microbi liofilizzati o tenuti a -152 gradi. E ancora laboratori e spazi di ricerca.
"C'è già un accordo con un'azienda farmaceutica svizzera per l'ottenimento di molecole da macro organismi marini, mentre con altre realtà si sta lavorando a una plastica più facile da smaltire. Ma anche nuovi mangimi a elevato contenuto proteico", conclude Varese.
Lotta per la salute: ma solo uno su 100 è dannoso
L'applicazione è attuale ovviamente se si parla di salute, Covid e non solo. "Conservarne le mutazioni è il solo modo per conoscerne il comportamento e trovare cure. Ma non bisogna dimenticare che meno dell'1% dei micro organismi sono dannosi per l'uomo. Il restante 99% sono invece alleati preziosi".