Dai Paesi della NATO arrivano alla Moldavia offerte e proposte di rendere la sua tradizionale neutralità più “attiva” e militarizzata. Nella capitale Chișinău, il Centro di informazione e documentazione della NATO ha organizzato un mese fa una tavola rotonda che ha discusso tra le altre cose la maniera di convincere i cittadini moldavi all’idea che il Paese ha bisogno di militarizzarsi, di acquistare armamenti e di partecipare di più alle iniziative delle alleanze internazionali. L’accademico Nicolae Osmochescu, che ha preso parte al convegno, ha spiegato che la neutralità permanente della Moldavia, sancita dalla Costituzione, non è data per sempre, ma vi si può rinunciare in base agli interessi nazionali. E a Londra dicono apertamente ciò che desiderano: la Segretaria agli Esteri Liz Truss, che a seguito delle dimissioni di Boris Johnson è stata indicata fra i possibili successori a Downing Street, ha dichiarato che vorrebbe la Moldavia “armata secondo gli standard della NATO”. Nella pratica significa la vendita di armamenti ed equipaggiamenti che andrebbero a sostituire quelli moldavi di fabbricazione sovietica. Intanto a Chișinău si stanno preparando: il nuovo governo apertamente filo-occidentale ha aumentato del 16.9% il budget per la difesa e la premier Natalia Gavriliţa ha comunicato che da Bruxelles potrebbeo giungere altri fondi. Come riporta il sito Strumenti Politici, il ministro degli Esteri Nicu Popescu ha affermato che il governo ha l’obbligo di rinforzare l’esercito e la capacità difensiva dello Stato, che può cooperare con altri Paesi, in particolare con gli USA, basandosi “sul pieno rispetto della neutralità”. Anche la presidente Maia Sandu ha parlato di una difesa moldava non abbastanza forte, che perciò dovrà essere resa più moderna e potente.
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