Continua la battaglia per salvare l'Imbaraco Perosino. Servono 138.000 euro, questa la cifra che chiede il Comune di Torino per poter togliere lo sfratto che pesa sui proprietari.
Per questo i gestori hanno organizzato ieri un concerto di raccolta fondi per poter salvare lo storico locale sul Po. "Abbiamo raccolto 300 euro, non sono tanti ma sono simbolici" spiega Anna Carla De Coster, gestore del locale di proprietà della madre, Graziella Perosino.
"Sono dieci anni che siamo in giudizio contro il Comune di Torino per rivendicare, convinti delle nostre ragioni, il diritto di poter continuare a vivere e lavorare all’Imbarco, come facciamo da oltre 80 anni, con amore e dedizione".
Nelle settimane scorse, il Perosino, che per la famiglia è posto di lavoro ma anche casa, si era "salvato" grazie alla mobilitazione di parenti, amici e avventori del locale che hanno aspettato l'arrivo della Polizia per impedire lo sgombero. Così è stato, ma la strada è ancora lunga.
"In ogni momento potremmo essere sfrattati dal luogo creato da nostro nonno Alberto Perosino nel 1936 per costruire barche da fiume, dove Graziella Perosino è nata nel 1940 e vive tuttora insieme a Gianni, dove noi siamo cresciuti, dove la nonna Anna iniziò negli anni ’60 l’attività di solarium estivo e noleggio barche, e dove Graziella dal 1987 avviò il ristorante ed il bar dove molti di voi avranno passato giornate e serate di festa, svago o relax”.
Per cercare di raccogliere la cifra richiesta dal Comune, la famiglia sta cercando di organizzare eventi e iniziati per mettere insieme la quota. "E' possibile raggiungere un accordo su di una cifra più contenuta e possibile da pagarsi a rate".