Bandiera gialla non era solo un luogo in cui si balla. Nei secoli precedenti era un segnale di avvertimento e di paura: segnalava a chi arrivava da fuori la presenza di una pandemia in una città.
La mostra organizzata da UniTo e Accademia Albertina
Per questo si chiama così la mostra organizzata da UniTo e Accademia Albertina delle Belle arti per raccontare non solo il Covid, ma anche le grandi epidemie del passato, fino alla Peste Nera del Trecento. E dunque, non solo infettivologi, tamponi e mascherine, ma anche le vicende narrate da Boccaccio prima (nel suo Decameron) e da Manzoni poi, nei Promessi Sposi. Ma anche la "Spagnola" di inizio Novecento, il colera a Napoli negli anni Settanta o il dramma dell'Aids, in Africa e non solo.
"Abbiamo cercato un modo che non sia nè didascalico, nè troppo opprimente - spiega la protettrice Giulia Carluccio che segue anche la direzione scientifica - e la cura di uno storico come Peppino Ortoleva ha garantito lo spessore e l'impatto adeguato".
Musica, pittura, arte ma anche scienza
Musica, pittura, arti plastiche, ma anche scienza. Sono tanti i linguaggi che provano a stabilire un dialogo, ad aprire anche a una riflessione e ad ampliare la visione su fatti che non riguardano solo il presente, da ormai tre anni. Un focus particolare è dedicato alla Colonna Infame, raccontata da Manzoni dentro e fuori il suo capolavoro, che ricorda come nel passato - ma anche nel presente - la caccia all'untore, il pregiudizio e le persecuzioni abbiano aumentato ulteriormente il dolore della gente.
Una replica della colonna è stata posizionata nel cortile del rettorato. Monito per "gli innocenti condannati per dicerie e cospirazioni".