Una "Gronda Est" che attraversi le colline del Chierese per connettere tra di loro le città ed i territori a nord e sud di Torino. È questa l'ipotesi su cui sta lavorando la Città Metropolitana, che pochi giorni fa ha incontrato ben 34 sindaci dell'area collinare. E per avere dei dati certi ed aggiornati sui flussi di traffico l'ente di corso Inghilterra - come spiegato questa mattina dal vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo - nel 2023 conferirà uno studio di fattibilità sull'opera: già previsti allo scopo 100mila euro. L'ultimo effettuato risale al 2013.
Due corsie per senso di marcia
Da anni si discute del completamento dell’anello tangenziale. Mandato in progetto il soffitta che l'ex candidato del centrodestra Paolo Damilano aveva rispolverato in campagna elettorale - un tunnel da Moncalieri a Settimo sotto il Po, con diverse uscite - si lavora al progetto della "Gronda Est". A due corsie per senso di marcia, e quindi più piccola di una cosiddetta tangenziale (che prevederebbe 3 corsie più quella di emergenza ndr), permetterebbe che le strade collinari non siano più intasate dal traffico dei mezzi pesanti.
Stop ai tir in collina
La Torino-Milano passa al confine con Gassino. Una delle ipotesi che si stanno esaminando prevederebbe di salire da qui alla collina tramite un sistema di tunnel e viadotti, per poi riconnettersi con la Strada della Rezza-Provinciale 122 che verrebbe ampliata. Nel breve periodo però, tenendo presente l’incremento di traffico pesante a seguito della chiusura del tunnel del Monte Bianco, la Città Metropolitana e i sindaci della collina e del Chierese vogliono un confronto con il Prefetto. L’obiettivo è capire con la Prefettura quali provvedimenti potrebbero essere presi in tempi brevi per confinare tir e camion esclusivamente sulle tangenziali nord e sud, evitando così di "intasare" le strade collinari
Coldiretti Torino: "Coinvolgimento del mondo agricolo"
E sulla "Gronda Est" Coldiretti Torino, per voce del Presidente Bruno Mecca Cicci, chiede "un pieno coinvolgimento del mondo agricolo". "Noi chiediamo - prosegue - che tra i primi criteri di ideazione di un nuovo progetto viario ci sia la sostenibilità di fronte alla piaga del consumo di suolo e al valore delle produzioni agricole. Spetta anche a noi il compito di difendere gli ecosistemi e i paesaggi agronaturali che nel territorio a Est di Torino, tra la Collina e il Monferrato, sono particolarmente pregiati".