Avevamo raccontato la sua storia nell'ottobre del 2019, quando la pandemia di Covid era ancora uno spettro lontano ma la crisi del settore editoriale aveva già colpito duramente uno degli anelli più deboli della filiera: le edicole. Marco Baietto, gestore del negozio di corso Telesio 68, all'epoca lanciò una singolare protesta per attirare l'attenzione su una situazione drammatica che stava portando decine di punti vendita a gettare la spugna; a distanza di più di 3 anni, è lo stesso Baietto a lanciare una richiesta di aiuto per un calvario che non accenna ad arrestarsi.
L'incubo della strada
Un calvario che lo ha portato a chiudere l'edicola nel 2021 e che lo ha portato in brevissimo tempo a passare dal ruolo di punto di riferimento del quartiere Parella all'incubo della vita in strada: “Da quel momento – afferma – è iniziata la catastrofe: nonostante 30 anni di lavoro e 200mila euro di contributi versati, lo stato non mi dà nessuna risposta se non il 'diritto al dormitorio'. Tutto questo è inaccettabile e sto battagliando in tutti i modi possibili anche perché la mia compagna ha seri e certificati problemi di salute. Se non fosse per il reddito di cittadinanza, che avendo 60 anni non ci verrà tolto, e per l'aiuto della parrocchia le cose andrebbero ancora peggio; l'unica speranza, al momento, è rappresentata dalla mia inclusione nel programma occupazionali GOL, anche se finora non è servita a nulla, e nel progetto Cantieri di Lavoro a partire dal prossimo giugno”.
Il problema della casa
Il problema più grande e immediato è proprio quello della casa: “Abbiamo - prosegue – uno sfratto esecutivo che, se non usciremo entro il 9 marzo, verrà portato a termine con l'intervento della forza pubblica. Al momento non sappiamo dove andare perché la domanda per l'emergenza abitativa ad ATC è stata respinta a causa di piccoli debiti contributivi con l'INPS e con l'Agenzia delle Entrate che avrei saldato se non fossi andato in rovina, mentre i servizi sociali non sono stati in grado di offrirci alternative. Come se non bastasse, la proprietaria di casa si è rifiutata di aderire a Lo.C.A.Re. nonostante le agevolazioni fiscali a cui avrebbe potuto accedere”.
L'appello alla Città di Torino
Con prospettive così precarie, Baietto rivolge infine un appello alla Città di Torino: “Non posso accettare - conclude Baietto – che a una persona incensurata e lavoratrice venga presentato il dormitorio come unica sistemazione possibile, soprattutto quando le condizioni di salute della sua compagna siano già state giudicate come incompatibili e quando la presenza di 2 gatti e un cane potrebbe rappresentare un ostacolo all'ingresso. Per questo mi rivolgo al Comune affinché venga fatta luce sulla nostra situazione”.