Sospeso tra innovazione e caro materiali, con lo sguardo fisso verso gli obiettivi del Pnrr. E’ la condizione vissuta dal mondo delle infrastrutture e delle costruzioni, settore che vive un momento di particolare fibrillazione, come emerso dal convegno “Infrastrutture domani: tecnologia, sostenibilità e innovazione”, organizzato dall’Ordine degli ingegneri di Torino, in collaborazione con Harpaceas e Masera Engineering.
Un evento a cui ha partecipato Carlo Luzzatto, amministratore delegato dell’Impresa Pizzarotti, società italiana di costruzioni e ingegneria civile con sede a Parma tra le principali aziende del settore.
Il mondo delle infrastrutture sconta un ritardo rispetto ad altri settori sui temi dell’innovazione: come mai?
Il mondo delle infrastrutture e delle costruzioni in generale è stato caratterizzato da grossi sotto-investimenti, ma sta acquistando velocità nel recuperare il terreno perduto. Io credo che la sfida che c’è davanti oggi è una sfida che sta forzando l’intera filiera a un investimento superiore in ricerca e sviluppo: l’innovazione sta arrivando ed è un vantaggio. La filiera approfitterà di questo vantaggio, lo stiamo già vedendo.
Il tema dell’innovazione passa anche dalle persone: quale strategia avete adottato per motivare e stimolare i vostri tecnici?
Sostanzialmente comunicare giornalmente, in tutti i modi possibili, cosa stiamo facendo nel campo dell’innovazione. E quindi far capire a tutti che il mondo delle infrastrutture e costruzioni non è il mondo dell’ingegneria civile. E’ un mondo pienamente calato nel digitale, nell’intelligenza artificiale. Che vede una convergenza di diversi campi e settori. Mettere nelle condizioni le persone di lavorare nell’ambiente giusto, anche per integrare queste competenze in team giovani che non provengono da un solo settore dell’ingegneria sta avendo molto successo.
Recentemente ha parlato del cavalcavia che porta all’aeroporto di Genova realizzato da Pizzarotti come il più costoso della storia: è finita la tensione sui prezzi delle materie prime?
Guardi, dipende cosa si intende per tensione. Quello che c’è è una volatilità, che è una delle cose più pericolose per le società e l’intera filiera. Ho citato quel caso perché è quasi un caso di studio: quando inauguravamo l’opera, ricordavo che quella era stata presa al picco. E’ sceso l’acciaio dal tempo di quell’opera? Sì, ma è molto importante che i contratti siano agganciati al reale costo. In questo modo il problema non è più di costo, ma di disponibilità. Sicuramente le situazioni geopolitiche, il contesto e il costo dell’energia influiscono: le aziende non speculano sui momenti contraddistinti dal costo dei materiali, devono avere certezze sull’indicizzazione dei costi.
Ormai il PNRR sembra diventato sinonimo di “corsa contro il tempo”: per quanto riguarda il settore delle infrastrutture è fiducioso che il Paese riesca a tagliare il traguardo in tempo?
Il Paese riuscirà a tagliare il traguardo, sia che esso sia fisso che mobile, se tutti gli attori della filiera riusciranno a collaborare. In questo momento questa è un’opportunità storica per il Paese: vedo una fortissima concentrazione di intenti per far si che questo accada. Noi, al pari di competitor e partner, cerchiamo di fare la nostra parte perché questo succeda.