/ Attualità

Attualità | 16 marzo 2023, 12:22

Sigilli al Csa Murazzi, la rabbia dei centri sociali: "La libertà non si censura"

Duro attacco a Questura e Procura, con possibile riferimento ai fatti di piazza San Carlo: "Ci contestano rischi e mancate uscite di sicurezza. Ma abbiamo in mente la loro organizzazione sui grandi eventi..."

sigilli centro sociale

Sigilli al Csa Murazzi, la rabbia dei centri sociali: "La libertà non si censura"

Non è andato giù agli esponenti del centro sociale CSA Murazzi il blitz della Digos che questa mattina ha effettuato una perquisizione e sigillato le arcate 25 e 27, luogo di ritrovo di uno degli spazi aggregativi più datati della città.

Per il CSA, spazio lungo il Po di fatto gestito dai militanti di Askatasuna, l'operazione delle forze dell'ordine non sarebbe altro che l'ennesimo attacco "agli spazi di socialità alternativa e aggregazione".

I toni sono forti. La diatriba tra la Procura e la Questura con il centro sociale di corso Regina Margherita e dei Murazzi viene definita "guerra di trincea". Il blitz ha portato al sequestro di una cassa con un mixer e i poliziotti hanno ravvisato mancanza di scontrini, concerti non autorizzati, eventi senza licenza e mancanza di uscite di sicurezza all'interno dei locali.

Ed è su questo punto che il centro sociale ha sferrato un contrattacco, probabilmente citando non espressamente la tragedia di piazza San Carlo del 2017: "Ci piacerebbe non dover fare paragoni, ma come non può venire alla mente almeno una situazione in cui la gestione della Questura di Torino non lasciasse a desiderare in occasione dei suoi beneamati e tanto decantati grandi eventi...".

La difesa dell'attività svolta all'interno delle arcate è proseguita: "L’occupazione e l’autogestione in questo Paese rappresentano possibilità di aggregazione e libertà di espressione del dissenso, a nostra conoscenza ancora legittimate dal sedicente sistema democratico in cui viviamo".

In ultimo, il CSA Murazzi ha bollato i controlli come figli di "una deriva autoritaria e di una volontà censoria". Di certo, gli esponenti del centro sociale non hanno mostrato alcuna volontà di seguire i diktat imposto: "La lotta per conquistarci un futuro migliore continua, collettivamente e senza paura: la nostra banda suona ancora il rock".

Andrea Parisotto

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium