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Economia e lavoro | 05 aprile 2023, 17:15

La ripresa soffia forte su Torino, cassa integrazione ai minimi e l'Ict come locomotiva: "Ci stiamo emancipando da Fiat"

Migliorano tutti i parametri economici, compresi investimenti e utilizzo impianti, ai massimi anche in Piemonte. Marsiaj: "Mai creduto ai profeti di recessione"

unione industriali conferenza 5 aprile

La ripresa soffia con forza sull'economia torinese, cassa integrazione ai minimi

Torna a soffiare il vento dell'ottimismo sull'economia torinese e piemontese. Dopo 3 mesi dall'inizio del nuovo anno crescono tutti gli indicatori economici rispetto a fine 2022: dell'occupazione alla produzione, passando per i nuovi ordini. Lo dice l'ultima indagine di Unione Industriali di Torino.

"Non abbiamo mai creduto ai profeti di recessione - commenta il presidente, Giorgio Marsiajnonostante inflazione, guerra e la recente difficoltà su alcune banche europee".

"Il calo dei prezzi dell'energia e delle materie prime dovrebbero dare stabilità al mercato - aggiunge - ma nei prossimi mesi gli imprenditori dovranno decidere come e quanto investire, nonostante la grande incertezza. Fare meglio della media del Paese, per Torino, è molto importante. Anche in un percorso di emancipazione da quella dipendenza che una volta era legata a Fiat".

Tutti i parametri in miglioramento 

Si arriva in doppia cifra, con i parametri economici principali, mentre export e redditività tornano in campo positivo dopo aver trascorso un certo periodo con il segno meno.

Sfiora livelli record (in termini positivi) il ricorso alla cassa integrazione: si abbassa al 6%, mentre migliorano le quote di chi vuole fare investimenti e il grado di utilizzo degli impianti, anche lui vicino ai massimi storici.

Prezzi alti, ma in frenata

Sul fronte inflazione, i prezzi continuano a salire, ma meno impetuosamente che in passato. E Torino fa ancora meglio del Piemonte. Così come le grandi imprese fanno meglio di quelle più piccole.

Tutti i settori mostrano andamenti positivi, compresa quell'edilizia che ha vissuto la spinta da parte dei bonus. Ma anche manifattura, alimentare e I servizi. Soltanto tessile (nonostante i miglioramenti recenti) e carta restano in condizioni di difficoltà, anche con il ricorso agli ammortizzatori sociali. 

"La sfida adesso è rinforzare la filiera e definire i partner - incita Marsiaj - condividendo un percorso di innovazione di lungo periodo. È dura, difficile, ma è l'unica strada, da percorrere insieme e traguardando almeno i prossimi 5-10 anni. Piccole, grandi imprese e artigiani".

Il focus sull'Ict: "Ormai siamo un settore trasversale"

Chi mostra segni di particolare salute è il comparto della tecnologia digitale. Torino pesa per il 7% delle fatturato italiano Ict e un addetto su otto lavora all'ombra della Mole. Un settore trainante che si attende un futuro particolarmente positivo. Tutti gli indicatori sono infatti migliori di tutto il terziario torinese: bene soprattutto l'occupazione (di 13 punti superiore) e addirittura il ricorso alla Cig è fermo al 3%. Completano il quadro gli ordini futuri, che si mostra robusto e di medio-lungo periodo. 

"Siamo un settore trasversale, tanto che sono previste assunzioni di profili Ict da Stellantis a Intesa Sanpaolo - dice Vittorio Di Tomaso, presidente del comparto Ict per Unione Industriali - e oltre a essere culla di un unicorno come Satispay siamo anche una risorsa di ricerca e tecnologia innovativa, come dimostrano anche i tanti brevetti e le start up che alimentano il nostro ecosistema. In un periodo di grande penuria di competenze digitali, anche noi registriamo una difficoltà nel trovare profili sufficienti alle necessità delle aziende di settore".

"Su ChatGpt una decisione che si poteva evitare"

E sullo stop a ChatGpt da parte dell'autorità, "tutte le attività di intelligenza artificiale che non sono legate a Chat sta andando avanti. È una decisione che forse si poteva evitare e, se parlare di regole è importante, forse si poteva iniziare prima, visto che se ne parla dal 2021. Questo è il momento per discutere delle norme", conclude Di Tomaso.

Massimiliano Sciullo

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