Taglio del nastro, oggi a Druento, per un "nuovo" edificio pubblico. La ex scuola materna della città, infatti, chiusa dal 2007, sarà d’ora in avanti la nuova biblioteca civica di Druento intitolata a Ipazia d’Alessandria. Il tutto in un quartiere in piena evoluzione che, anche grazie ad un importante progetto di rigenerazione urbana ,si contraddistinguerà come l’area culturale e scolastica del paese.
La nuova biblioteca è rappresentata da un “cuore” costituito dallo spazio esposizione e consultazione principale, visibile dall’area dedicata all’ingresso e all’accoglienza tramite una nuova vetrata aperta nel setto di separazione tra i due ambienti. Su di esso si affacciano tre sale per la lettura e lo studio. Dall’atrio di ingresso, girando a destra si raggiunge invece uno spazio dedicato ai corsi e agli incontri sul quale si affacciano due sale, la sala dedicata alla lettura bambini e quella dedicata alla lettura ragazzi. Gli ampi locali dedicati alla sezione bambini e
ragazzi sono stati progettati ed arredati in modo da consentire incontri di lettura ad alta voce, con la presenza di sedute anche non convenzionali (pouf, tappeti, poltroncine) affinché i piccoli lettori si sentano il più possibile a loro agio.
Nel suo intervento, l’assessore all’edilizia pubblica, Silvia Russo, ha evidenziato alcune peculiarità della nuova biblioteca: “La biblioteca è stata realizzata con un layout estremamente accogliente e confortevole, grazie ai suoi 500 mq, assume così un aspetto quanto mai informale, in cui l’arredo ben si integra con gli ambienti molto luminosi dell’edificio. Gli spazi sono stati organizzati evitando qualsiasi barriera e suddividendo gli ambienti in differenti locali, in cui si alternano aree espositive a zone di relax con diversi tipi di sedute, che favoriscono il movimento e la circolazione interna, consentendo agli utenti di sentirsi a proprio agio, come in uno spazio familiare”.
Il nome della nuova biblioteca è scaturito a seguito di un’accurata analisi condotta dalla Commissione Toponomastica, in collaborazione con l’istituto comprensivo di Druento al quale era stata fornita una lista di nominativi. Partendo dalla forte convinzione dell’Amministrazione di voler intitolare l’opera ad una donna, la
decisione è stata dirottata verso colei che ancora oggi rappresenta un simbolo della libertà di pensiero: Ipazia d’Alessandria. Una donna che fu brutalmente uccisa nel marzo del 415, lapidata in una chiesa da una folla di fanatici che ripudiavano la cultura e la scienza in nome della crescente religione cristiana.