"In nome della laicità dello Stato chiedo la rimozione del crocifisso dalla Sala Rossa e dagli altri luoghi del Comune". È questo il chiaro invito che arriva dall'avvocato Bruno Segre, che questo pomeriggio è intervenuto in commissione sull'atto del capogruppo di Per Torino Silvio Viale.
Il consigliere di maggioranza ha presentato una proposta di delibera che chiede di modificare il regolamento n.286, aggiungendo che "nelle sale ove si riuniscono il Consiglio e le Commissioni consiliari non possono essere esposti simboli religiosi, se non condivisi da tutti i componenti dell'assemblea".
"Crocifisso divisivo: bandiera italiana potrebbe sostituirlo"
"Si deve tenere conto - ha spiegato Segre - che esiste un mondo dove tutte le religioni hanno pari dignità. È vero che i cristiani sono la maggioranza, ma sono le minoranze a dover essere tutelate".
"Risulta necessario - ha aggiunto l'avvocato - rimuovere il crocifisso che chiaramente è un'espressione divisiva, di una religione che si ritiene superiore: la bandiera italiana potrebbe sostituirlo, quale simbolo dell'unità d'Italia". Viale, ribadendo il principio sovrano della laicità, ha sottolineato come "la Sala Rossa rappresenti la comunità".
I favorevoli
Una posizione condivisa dal capogruppo del M5S Andrea Russi, che ha detto: "la Sala Rossa è di tutti i cittadini: non è un luogo sacro, ma quello dove si discutono le regole di convivenza civile. A me spiace che le forze politiche difendano la collocazione del crocifisso come un baluardo contro i fondamentalismi: l'unica difesa contro i fondamentalismi è proprio la laicità". Parole condivise anche dalla capogruppo di Sinistra Ecologista Alice Ravinale:"Togliere il crocifisso dalla Sala Rossa per noi significa due cose: riaffermare il principio di laicità dello Stato e rendere pienamente inclusiva, nei confronti di atei e di persone di altre confessioni, l'istituzione cittadina, anche a livello simbolico. È un gesto di rispetto, che non ha nulla a che vedere con la volontà di cancellare la storia e la cultura né di impedire alle persone di professare e manifestare la propria religione".
I contrari
Contrari alla rimozione il capogruppo di Fratelli d’Italia Giovanni Crosetto e il collega Enzo Liardo. "Non capisco - ha osservato Crosetto - perché il Consiglio Comunale si debba sempre occupare di temi che non riguardano Torino: questo è un tema culturale, che riguarda un paese che ha una storia".
"Noi oggi - ha aggiunto - quella storia la vorremmo cancellare, penso sia sbagliato. È sbagliatissimo poi definire il crocifisso "odioso simbolo di potere": siamo tutti figli di questa storia e paese". Dice no alla proposta di Viale anche il capogruppo dei Moderati Simone Fissolo: "anziché perdere tempo su come togliere i simboli religiosi, potremo trovare nuovi modi per rinnovare le fedi. Il crocifisso non è un simbolo di divisione, né di potere: è uomo che è stato ucciso".
Scettica anche la numero 1 del Pd Nadia Conticelli, che ha osservato: "il principio di laicità dello Stato viene molto lontano ed è tutelato dalla nostro Costituzione. Oggi parla nei nostri atti e nelle scelte politiche".
"Il crocifisso è simbolo dell'identità culturale occidentale" ha concluso l'esponente dem, auspicando un approfondimento con il Comitato Interfedi.