Quale futuro per gli ospedali del Canavese? Tiene banco la questione sanitaria in un Consiglio regionale animato dalla presenza di una cinquantina di sindaci arrivati a Torino per esprimere la propria contrarietà all’ipotesi di nuovo ospedale dislocato nel centro della Città di Ivrea, nell’area dell’ex Montefibre, a scapito di Pavone Canavese.
Accossato e il rischio privatizzazione
Ma il futuro ospedale di Ivrea non è l’unica spina nel fianco della Giunta Cirio. Ad accendere i fari sulla questione privatizzazione della sanità è infatti Silvana Accossato, presidente di Liberi Uguali Verdi: “Regna grande la confusione sotto il cielo della sanità piemontese”.
“La giunta Cirio sembra creare appositamente situazioni confuse su questi temi per coprire le divisioni politiche della sua maggioranza e poi poter fare le proprie scelte in contrasto con i territori e i loro rappresentanti come ha dimostrato l’audizione dei sindaci canavesani di questa mattina – ha continuato l’esponente di LUV – piuttosto Icardi si preoccupi di riattivare il servizio di Pronto Soccorso h24 chiuso per una scelta scellerata e più volte promesso invece dell’attuale Primo Intervento aperto solo 12 ore al giorno”.
Icardi rispedisce al mittente le accuse
Una ricostruzione, quella della privatizzazione della sanità canavesana, rispedita al mittente da Luigi Icardi: “Lo studio della società AGM Project Consulting, partendo da dati oggettivi, ha delineato possibili scenari evolutivi sui presìdi ospedalieri dell’Asl To4, con particolare riguardo ai più periferici (Cuorgnè e Lanzo). Questi scenari, senza mai ipotizzare alcuna privatizzazione, hanno previsto ipotesi non solo di conservazione, ma anche di ampliamento delle prestazioni erogate a favore del territorio in regime di sanità pubblica”.
“Questo ampliamento di offerta - ha proseguito l’assessore alla Sanità - è ipotizzato con il contributo di operatori esterni, ma, sempre ed esclusivamente sotto il controllo diretto dell’Asl To4, quindi, ripeto in regime di sanità pubblica”.
Il futuro dell'ospedale di Cuorgné
Icardi inoltre ha ricordato come l’ospedale di Cuorgné abbia oggi volumi di attività superiori al 2020, sia in ambito ambulatoriale che di ricovero, ma anche e soprattutto per quanto riguarda l’attività chirurgica: “L’impegno sui due presidi rimane invariato e finalizzato al consolidamento delle attività”.