L'Università di Torino dovrà rimborsare 39 milioni di euro agli studenti: l'ha deciso il Consiglio di Stato, ribaltando la decisione precedente del Tar. Il sindacato studentesco UDU (Unione Degli Universitari) aveva fatto causa a Unito per la tassazione del 2018 basandosi sul DPR del luglio 1997. Le università italiane, infatti, non possono far pagare tasse ai propri studenti più del 20% del finanziamento pubblico, che in quell'anno è stato di 277 milioni di euro. L'Università di Torino ha incassato 94 milioni di euro anziché il massimo previsto di 55, con una differenza di 39 milioni di euro che dovrà essere restituita.
"Nonostante la normativa sia chiara – ha dichiarato Pasquale Scordo, coordinatore di UDU Torino – l’Università di Torino ha chiesto nel 2018 ben 94 milioni di euro ma avrebbe potuto chiedere soltanto 55. Una palese violazione dei limiti legali, difatti oggi il Consiglio di Stato condanna l’Università di Torino ad attivarsi per calcolare quanto versato in eccesso dagli studenti iscritti nel 2018 e restituire quindi 39 milioni di euro. Una cifra mostruosa che fa capire la gravità della sentenza che farà sicuramente storia". "La decisione rappresenta un’importantissima vittoria in quanto dimostra come, per anni, moltissime delle università italiane abbiano richiesto una tassazione studentesca fuorilegge, nell’assurda pretesa di scaricare sugli studenti il sottofinanziamento statale dell'Università pubblica italiana. La stessa Università di Torino continua ad avere una contribuzione studentesca fuorilegge e profondamente ingiusta. Quest'azione legale non ha come intento quello di danneggiare il nostro ateneo, bensì di garantire la tutela del diritto, motivo per cui chiediamo al Rettore Geuna di abbassare le tasse, riportare l'istituzione accademica nella legalità e prevedere immediatamente i rimborsi a favore degli studenti non solo per il 2018".
"L'anno scorso – ha commentato la coordinatrice nazionale UDU Camilla Piredda – abbiamo stimato in 18 gli atenei che presentavano nel bilancio preventivo una contribuzione studentesca fuorilegge. Molti atenei continuano a scorporare dal gettito totale i contributi versati da studenti fuoricorso e internazionali, ma la sentenza di oggi ribadisce come sia illegittimo".
L'Università ha risposto con una nota, precisando come negli anni sia aumentato il numero di studenti ma non i finanziamenti, aumentando così il peso della tassazione. "Sulla specifica sentenza sono in corso gli approfondimenti necessari - si legge nel comunicato - Va precisato che il peso della contribuzione studentesca negli ultimi 10 anni è notevolmente cresciuto in conseguenza alla forte crescita del numero di studenti (da 66.400 nel 2013/2014 a 82.000 nel 2022/2023), mentre il finanziamento ministeriale è aumentato con un ritmo non proporzionale alla veloce crescita delle nuove matricole. L'Ateneo ribadisce che continuerà ad adoperarsi per favorire il diritto allo studio di tutti gli studenti, confermando le iniziative a favore dell'ampliamento della no tax area sotto i 23 mila euro e per mettere in campo sempre più azioni affinché la contribuzione studentesca possa ancora diminuire".
Così Stefano Geuna, Rettore dell'Università di Torino: "L’obiettivo principale di questo Ateneo è stato – e continua ad essere - di assicurare il diritto allo studio a studentesse e studenti con una prospettiva sempre più aperta e inclusiva. È un dato di fatto che dal 2019 la contribuzione studentesca ha subito una notevole e progressiva diminuzione, con la massima attenzione ad aprire alle fasce di reddito più basse. Si è passati, infatti, da una media di 1.180 euro pro capite nel 2017/2018 a 1.120 euro già nel 2018/2019, fino a 960 euro nel 2022/2023. UniTo ha messo in campo sempre azioni concrete, che insieme all’ampliamento della no tax area sotto i 23 mila euro, confermano una politica fortemente orientata alla riduzione delle diseguaglianze nell’accesso alla formazione universitaria. In merito alla sentenza del Consiglio di Stato, l'Ateneo sta compiendo gli approfondimenti necessari per valutare le reali implicazioni del provvedimento e come procedere".