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Politica | 29 maggio 2024, 14:16

Regionali, le associazioni piemontesi di utenti e familiari lanciano un appello ai candidati per la Salute Mentale

"Le risorse destinate alla salute mentale sono inferiori alla media nazionale e corrispondono al solo 2,7% dei fondi disponibili".

Regionali, le associazioni piemontesi di utenti e familiari lanciano un appello ai candidati per la Salute Mentale

Le Associazioni di utenti e familiari che si occupano di salute mentale sollecitano un preciso impegno da parte delle candidate e dei candidati alla Presidenza della Regione per superare lo stato di grave inadeguatezza dell’assistenza fornita alle persone, in particolare ad adolescenti e giovani adulti.

"Bastano pochi numeri per illustrare la carenza dei servizi (SISM, ultimi dati disponibili riferiti al 2022). Le risorse destinate alla salute mentale sono inferiori alla media nazionale (64 euro per persona, contro 70) e corrispondono al solo 2,7% dei fondi disponibili, a fronte di una media nazionale del 3% e un impegno dei Presidenti di tutte le regioni di raggiungere il 5%".

"Il personale dei DSM è da anni di molto inferiore alla media nazionale: 39 professionisti ogni 100.000 ab, contro una media di oltre 60. Il dato più basso di tutte le regioni dell’Italia settentrionale. In base alla normativa vigente (PO 1998), la dotazione di personale dovrebbe essere aumentata di circa 1.000 unità. Non solo, il personale è sovraccaricato di impegni e non è nella condizione di svolgere al meglio il proprio lavoro. I CSM, a causa della carenza di personale, stanno riducendo l’orario di apertura e in alcuni casi hanno previsto o stanno prevedendo la chiusura.

Molte persone non riescono a esercitare il loro diritto alle cure (la capacità di accogliere nuovi casi è inferiore del 13% alla media nazionale), sono costrette a rivolgersi impropriamente al pronto soccorso (il tasso di accesso è superiore del 49% alla media nazionale), a ricorrere a prestazioni a pagamento (quando possibile), ad accontentarsi di poche prestazioni all’anno (in media 11,7, meno della media nazionale), con conseguenze dolorose per le persone e gravi ricadute economiche sui bilanci familiari e sulla società".

Un progetto straordinario di riqualificazione dei servizi per la salute mentale non è più rinviabile. Per questo, le Associazioni chiedono alle candidate e ai candidati di impegnarsi a:
- aumentare le risorse destinate alla salute mentale fino a raggiungere il 4% del Fondo Sanitario Regionale nel 2025 e il 5% nel 2026 (livello previsto dalla Conf. dei Presidenti delle Regioni nel 2001);
- destinare l’aumento delle risorse alla prevenzione e al potenziamento dell’assistenza ambulatoriale, domiciliare e semiresidenziale, assicurando l’apertura dei CSM per almeno 12 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, attraverso l’assunzione di 200 professionisti (medici, infermieri, psicologi, educatori, ecc.) all’anno per 4 anni (in aggiunta al ricambio per pensionamenti e uscite), fino a raggiungere una dotazione prossima a quella nazionale; al personale dovranno essere offerte opportunità di formazione orientate alla “recovery” e alle pratiche di de-prescrizione;
- al fine di evitare lunghe attese o rinunce alle cure, aumentare del 15% il tasso dei nuovi casi trattati sino a raggiungere nel 2026 il tasso medio nazionale;
- dare effettiva attuazione allo strumento del budget di salute in tutti i DSM per migliorare l’assistenza territoriale sanitaria, sociosanitaria e sociale delle persone con disturbi mentali e delle loro famiglie, favorendo percorsi di cura nelle realtà in cui vivono le persone, inserimenti lavorativi e soluzioni abitative adeguate;
- prestare specifica attenzione ai servizi per la salute mentale dedicati all’infanzia, all’adolescenza e ai giovani adulti, attraverso un potenziamento della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e una specifica attenzione al delicato passaggio dalla NPIA ai DSM per adulti, prevedendo un budget di transizione con la collaborazione di due equipe per almeno due anni e percorsi di ripresa e inserimento sociale;
- prevedere momenti di coinvolgimento di familiari e utenti nei piani di cura condivisi, nella logica del supporto fra pari, che utilizzi il “sapere esperienziale” come integrazione al sapere professionale degli operatori;
- attivare la Consulta Regionale per la Salute Mentale come strumento di partecipazione".

All'incontro erano presenti presenti Canalis, Valle, Sarno, Borsotto, DeBernardi, Cavalletto, Vignale, Sacco, Varaldo, Piras, Malorzo, Tortola, Cavaletto, Fornero.

comunicato stampa

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