Circa 46mila persone che in Piemonte hanno migliorato le proprie competenze nel lavoro, le hanno aggiornate, ne hanno appreso di nuove. È questo il bilancio dei primi 15 anni di attività di FondItalia, il fondo paritetico interprofessionale fondato nel 2009 e che si rivolge, anche nella nostre regione, alle piccole e medie imprese di quasi tutti i settori.
Sono state, in tutto, 6207 le imprese piemontesi che hanno aderito al Fondo. Pari a circa il 4% del totale a livello italiano, mentre i lavoratori coinvolti pesano per il 6%. Tra le regioni, il Piemonte si piazza alle spalle di Puglia, Campania, Lombardia e Sicilia per numero di aziende aderenti, mentre per numero di lavoratori coinvolti spiccano Puglia, Lombardia, Campania, Lazio e Sicilia, prima del territorio sabaudo.
Torino e Piemonte in prima fila
Stando ai dati del Rapporto che viene presentato a cadenza biennale, dunque, il Piemonte si è dimostrato tra le regioni italiane dove l’attenzione alla formazione continua dei lavoratori è stata intrapresa, dalle aziende del territorio, con costanza e partecipazione.
Tra i settori più coinvolti, in Piemonte, spiccano commercio all'ingrosso dettaglio (30,5%), manifatturiero (12%), alloggio e ristorazione (11,7%). Quindi le costruzioni, con il 10,5%.
Commercio, manifatturiero e non solo
Tra le province spicca Torino soprattutto per il numero di lavoratori del commercio, ma anche del manifatturiero. Asti spicca per la logistica (trasporto e magazzini), ma anche Cuneo vanta buoni numeri per il commercio. Il 90% delle imprese appartiene alla categoria micro.
Nel corso del biennio 2022-2023 in Piemonte sono stati avviati progetti per 295 imprese, il 5,7% del totale nazionale. In tutto I lavoratori sono stati 3399, soprattutto donne (54,6%), in controtendenza col resto d'Italia. Sono addetti della sanità e del sociale, ma anche del manifatturiero e del commercio all'ingrosso. La fascia d'età è soprattutto tra i 50 e i 59 anni, con gli stranieri che pesano per il 20%. La maggior parte dei partecipanti (36,6%) ha un diploma di scuola superiore.
Sicurezza e non solo
I temi principali, nei corsi, è la sicurezza sul lavoro. Ma si lavora anche sulle nuove competenze da migliorare e da apprendere.
"Raggiungiamo soprattutto quelle aziende che, per dimensione, una volta forse non avevano nemmeno accesso alla formazione o ai fondi paritetici - commenta il segretario torinese di Federterziario, Domenico Iellamo - Andiamo a colmare un vuoto che altri fondi hanno lasciato. E la crescita esponenziale di questi ultimi anni non è che la conferma della credibilità che stiamo meritando".
"Ma poi, con il mercato e l'economia che sta cambiando, le grandi aziende sono sempre di meno. Quasi una rarità. E noi andiamo azienda per azienda a spiegare le opportunità e creiamo percorsi quasi sartoriali a seconda dell'azienda associata".
Nuove strade dopo il manifatturiero
"Viene sempre più riconosciuto il valore della formazione per la produttività dell'azienda, ma anche la qualità delle competenze degli occupato - aggiunge Silvia Marchetti, segretaria Ugl Torino - la città di Torino si sta reinventando una nuova identità, dopo il manifatturiero. Ecco perché questo tipo di formazione va a incontrare le necessità di chi sta uscendo dal settore dell'auto e cerca nuove strade".