Un tripudio per i CCCP in concerto al Flowers Festival di Collegno. Parco della Certosa gremito, una lunga coda per accedere al concerto, andato sold out. Venuti da tutto il Piemonte, di ogni età, per partecipare alla storica reunion della band emiliana, in formazione (quasi) originale, con Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici e Danilo Fatur.
Due ore di concerto, con una pausa di venti minuti per problemi all’impianto (qualcuno dirà “Saran stati quelli del contro-concerto”), per il resto è stato un viaggio nella storia dei CCCP - Fedeli alla linea, tra le litanie chitarristiche di Zamboni, le performance teatrali e i rapidi cambi d’abito di Giudici e Fatur, e la granitica presenza di Giovanni Lindo Ferretti, mani in tasca, pochi movimenti, ma una tenuta vocale che, passati i 70 anni, sembra quella di 40 anni fa. Un po’ di ruggine, solo quello, soprattutto sui pezzi più ritmati.
Si scaldano i motori con “Depressione Caspica”, “Rozzemilia” e “Oh Battagliero”, per poi passare a storici brani come “Morire”, “Radio Kabul” (con Annarella in burqa), “Punk Islam”. Prima del black-out che interrompe il concerto. Si riparte ballando su “Curami”, con Giudici vestita col tricolore italiano e Lindo Ferretti con elmetto in testa. Passando per la versione rivisitata di "Emilia Paranoica" e una gigantesca bandiera con falce e martello del P.C.I. sventolante. Poi una cover in duo Ferretti-Giudici di Bang Bang nella versione di Dalida a introdurre “Spara Jurij”.
E a chiudere il gran finale con “Annarella” in un suggestivo acustico, “Mi Ami?”, "Kebabträume" (cantata in tedesco da Zamboni) e poi “Amandoti” in una struggente interpretazione solo voce e violino quando a Collegno si è già superata la mezzanotte.