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B. di Milano / Falchera | 18 settembre 2024, 13:48

Mezzo secolo di storia nella Torino che cambia: Sivit festeggia 50 anni da start up "prima dei tempi"

L'azienda, fondata da Luigi Parola, è specializzata in pavimentazioni in resina e negli ultimi dieci anni ha aumentato il fatturato da 6,4 a 10 milioni

tre persone che parlano assieme

Celebrazioni per i 50 anni dell'azienda Sivit

Dal 1974 a oggi, nel mezzo di una città che è cambiata e continua a cambiare. Ecco il percorso di Sivit, azienda torinese che oggi ha celebrato i suoi 50 anni alla presenza dei rappresentanti degli enti locali: gli assessori Gian Luca Vignale (Regione Piemonte) e Paolo Chiavarino (Città di Torino).

La storia aziendale nasce per rispondere ad una necessità particolare: il riutilizzo di vernici pregiate, scarti dell’industria automotive. Da questo punto di partenza, Sivit (acronimo che sta per "Società Italiana Vernici Impermeabilizzanti Torino") ha poi trovato la sua strada nel campo delle resine per pavimenti, settore che, dopo un primo periodo pionieristico, oggi è pienamente consolidato e in crescita. 

“Quando è nata l’azienda, cinquant’anni fa, mio padre Luigi si è affacciato a un settore nuovo, che a quei tempi stava muovendo i primi passi – racconta Maurizio Parola, titolare della storica azienda torinese, paragonabile a una start up ante litteram –. Mio papà lavorava nei cantieri, si occupava di coibentazioni ed era abituato a risolvere problemi. Armando Monte, ingegnere della Fiat e professore al Politecnico di Torino, riconoscendo questa sua qualità gli sottoponeva spesso richieste in tal senso e un giorno chiese una consulenza più difficile del solito. In Iveco venivano utilizzate molte vernici di pregio, resistenti e di altissima qualità, ma lavorandole si producevano molti scarti che dovevano essere smaltiti. Mentre mio padre cercava una soluzione al problema dell’ingegner Monte, capì che quell’esperienza avrebbe portato lontano e per questo – conclude Parola – possiamo dire che Sivit è nata, quasi per caso, da una fortunata intuizione”. 

All’inizio i pavimenti in resina non erano molto richiesti e le prime applicazioni riguardavano soprattutto interventi di manutenzione. Oltre ai settori meccanico e automotive ci sono stati altri ambiti, come ad esempio l’alimentare e il farmaceutico, che hanno iniziato a scegliere la resina per pavimentare interi reparti, comprendendone in pieno le caratteristiche.

“Quella dei pavimenti in resina è senza dubbio una nicchia ma in costante crescita, che offre buone opportunità a livello occupazionale
 – commenta Enzo Parietti, presidente dell’Ente Nazionale Conpaviper (Associazione Italiana Sottofondi, Massetti e Pavimentazioni e Rivestimenti Continui) –. L’indagine condotta da Conpaviper su 50 aziende del settore delle resine offre un quadro chiaro della crescita del comparto. Il 40% delle aziende intervistate ha un fatturato superiore ai 2 milioni di euro, con un valore medio di 2 milioni di euro. La più piccola fatturava 65.000 euro nel 2018, mentre la più grande raggiungeva i 9,3 milioni di euro”.

Tuttavia, così come accade oggi in altri ambiti, non è semplice trovare addetti qualificati e per questo è sempre più necessaria e strategica la continua formazione e collaborazione con le università. "Non è facile trovare personale qualificato e specializzato – conclude Maurizio Parola – e in futuro diventerà sempre più difficile individuare in particolare i posatori di resine, mestiere che richiede specializzazione, costante aggiornamento e buona manualità; per questo motivo corsi abilitanti come quello di Conpaviper si rivelano molto importanti così come la collaborazione con le Università; ad esempio qualcosa di positivo si sta muovendo nell’Università di Torino grazie al dipartimento di Chimica, fortemente orientato verso lo sviluppo di prodotti green, un segnale importante per un settore che vuole continuare a vincere le sfide, proprio come noi cerchiamo di fare ogni giorno, da 50 anni”.

 

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