Il Motovelodromo per la Torino sportiva è stata una realtà di primissimo piano. Inaugurato nel 1920, giocò da subito un ruolo significativo in cui ad essere protagoniste furono numerose gare di ciclismo su pista.
Ben presto tuttavia (sembrano storie di oggi…) la realtà sportiva in questione entrò in affanno e, per reggere economicamente, fu costretta a rinunciare alla sua identità originaria, ospitando prima partite di calcio e di rugby e poi, anche una volta ricostruito nel dopoguerra, eventi di vario tipo. A restituirgli un ruolo, sebbene più articolato che non in origine, è il progetto avviato nel 2021 e volto a trasformare il Motovelodrono, ora dedicato a Fausto Coppi, in un polo polifunzionale finalizzato a promuovere sport, benessere e inclusione sociale.
Ad essere previsti, e in alcuni casi già in funzione, sono campi da padel, beach volley, una pista pump track, una pista ciclistica e di atletica, una palestra di arrampicata, delle aree per eventi e fitness e persino una piscina estiva. E, in un contesto di questo genere, come avrebbe potuto mancare uno spazio dedicato al cibo? ecco dunque nascere, proprio all’entrata stessa del Motovelodromo, un bistrot inequivocabilmente legato dal nome al centro sportivo in cui è inserito: “Al Velò”.
La sorpresa di una cucina fatta bene
L’invito alla cena stampa di presentazione del bistrot mi era arrivato da Valentina Dirindin. Purtroppo, avendo già un altro impegno fuori Torino, era la sera sbagliata. Rispondo dunque che ci sarei passato una delle sere successive. Poi però domenica, rientrando da Milano, mi viene un dubbio: ma non è che sarà già aperto? Provo a telefonare, chiedendo se è possibile fare un aperitivo e la risposta è positiva. Poco dopo sono seduto in una location informale ma al tempo stesso curata e ovviamente arredata con gigantografie e oggetti d’epoca che evocano il mondo del ciclismo.
Il menu-giornale che trovo sul tavolo mi fa capire che l’aperitivo finirebbe su taglieri et similia… Ma io voglio rendermi conto di come cucinano. Ed è una scelta azzeccata, visto che ad arrivare in tavola sono piatti che parlano di una cucina certo essenziale, ma al contempo eseguita comme il faut.
Un inizio promettente
C’è da sperare che continuino così. Già, perché spesso quando la routine prevale sull’entusiasmo iniziale il rischio che poi le cose cambino è dietro l’angolo. E tuttavia parliamo del presente, nel quale questa cucina, quella sera gestita da due giovani, è riuscita a stupirmi. Confesso di esserci andato con un certo pregiudizio: spesso le cucine legate a centri sportivi, musei e affini, forse anche perché ritenute meramente funzionali al un progetto di cui sono parte non essenziale, rischiano di essere mediocri.
Ad arrivarmi per prima in tavola è una battuta di fassona: buona e accompagnata, senza doverlo richiedere, da olio, sale e pepe. Un’unica perplessità: la misticanza di guarnizione, come pure sarà nella successiva tagliata, francamente un po’ “sciupata”. Ma ecco la sorpresa: dei rigatoni alla carbonara davvero deliziosi (… e di “carbonare” ne ho davvero mangiate di ogni tipo): come si dice, eseguiti a regola d’arte da qualcuno che sembrerebbe aver appreso appieno la tecnica giusta senza poi lasciarsi troppo sviare dalla propria creatività.
Decido di proseguire con una buona tagliata di bovino, cotta come richiesto e accompagnata da croccanti patate al forno appena guastate dalle foglie di insalata di cui ho già detto. Concludo con un fresco tiramisù la cui giusta consistenza si presta ad un taglio preciso e goloso. Buono il caffè Tierra di Lavazza.
Un coordinamento da perfezionare
La sala è gestita con professionalità disinvolta da ragazzi che sanno fare bene il loro mestiere. Forse da perfezionare, sebbene del tutto comprensibile in una fase iniziale, sarebbe il coordinamento complessivo.
Laddove la sala e il dehors dovessero riempirsi, contrariamente a quando ci sono andato io, un’attenzione maggiore a questo aspetto potrebbe facilitare decisamente il servizio. Carta dei vini adatta a un bistrot con proposte a bicchiere legate alle bottiglie elencate. Buono anche il rapporto qualità prezzo.
Tipologia locale: bistrot
Indirizzo: Corso Casale, 144 – Torino
Sito web: www.alvelo.it
Prezzo: antipasti (5-16€), primi (11-13€), secondi (16-22€), dolci (5€), coperto (1,50€).
Ultima visita (cena): Marzo 2025
Sensazioni al volo: Locale sobrio, il cui arredamento evoca il mondo dello sport cui rimanda. Servizio attento e professionale, ma forse da perfezionare sul piano del coordinamento. Cucina inattesa ed eseguita con precisione. Carta dei vini, pur tenuto conto della tipologia di locale, forse ampliabile. Prezzi giusti per un bistrot.


















