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Sanità | 30 aprile 2025, 15:31

Sanità in affanno, Omceo Torino: “Burnout, stress e violenze mettono a rischio la professione”

Sportello di supporto per le dottoresse aggredite: “Serve un luogo sicuro, anche legale”

Sanità in affanno, Omceo Torino: “Burnout, stress e violenze mettono a rischio la professione”

Un tavolo di lavoro da avviare con la Regione per varare misure che possano migliorare la vita dei medici, in un momento in cui la carenza di sanitari  rischia di accentuare ancor più il burnout del periodo del Covid e la violenza di cui sono sempre più frequentemente vittime contribuisce a compromettere l’affezione nei confronti della professione. E’ uno dei primi obiettivi dell’Ordine dei medici e odontoiatri di Torino, che si prefigge lo scopo di collaborare intensivamente con le istituzioni per  prevenire il disagio, attenuare lo  stress lavorativo e promuovere il benessere organizzativo degli operatori sanitari e sociali. 

Un lavoro sempre più difficile

Fatica, ansia e angoscia, sacrificio, disagio, rinuncia  sono i costi, fisici, emotivi e sociali - ha detto  il presidente dell’Ordine nel suo relazione programmatica all’assemblea degli iscritti (18.578 professionisti iscritti) convocata  ieri  sera al Santo Volto  per l’approvazione del bilancio  -. Se i disagi  aumentano oltre  la  soglia di tollerabilità diventano penalizzazioni, sfruttamenti e a volte violenze”.  

L’Ordine insiste nel chiedere all’assessorato alla sanità di essere coinvolto nella definizione del nuovo Piano socio-sanitario e insiste sull’attenzione alle Casa di Comunità “che non devono essere gusci vuoti”.  Propone intanto di  varare, in collaborazione con il Grattacielo, all’interno di un gruppo inter-Ordini,  azioni mirate a garantire migliori condizioni ai professionisti della sanità, in termini di benessere e sicurezza. "Servono risorse - chiarisce -, economiche, ma anche di spazio, tempo e attenzione. Il lavoro dei medici deve essere valorizzato e le condizioni di stress, anche in termini di differenze di genere, devono essere prevenute". L’ Ordine  sottoporrà pertanto alla Regione le sue proposte: “È un progetto cui teniamo moltissimo” ha sottolineato il presidente.

Aprire uno sportello

Sulla preoccupante  escalation di episodi di violenza, insieme con gli Ordini degli Avvocati e degli Psicologi, Omceo sta lavorando per  aprire uno sportello di “Sostegno e tutela per le donne in camice”.  Un luogo fisico e protetto (per cui si chiederà un finanziamento partecipando a un bando europeo), che fornisca consulenza legale e psicologica personalizzata alle colleghe. I numeri confermano: in Italia sono stati  16mila gli  episodi denunciati nel 2023 e nel 65% dei casi le vittime sono donne. “Vorremmo aprire uno sportello  nella nostra sede di corso Francia - chiarisce la vicepresidente dell’Omceo Chiara Rivetti -. Le dottoresse rappresentano infatti una categoria  esposta  a molteplici forme di violenza,  verbali e fisiche, ma pure molestie sui social e fenomeni di bossing, il mobbing verticale da parte dei superiori. La specificità del loro lavoro le rende particolarmente vulnerabili. In molti casi, tuttavia, si preferisce ancora non  denunciare”.

In generale, i dati e gli episodi gravissimi degli ultimi mesi in provincia di Torino, sono  allarmanti, indice di un malessere sociale e psichico che colpisce la classa medica che è in prima linea nella difesa della salute pubblica: nel  2024 1040 aggressioni, fisiche e verbali, 271 solo nei quattro ospedali della Città della Salute, 247 nelle strutture dell’Asl Città di Torino.

 La “farmacia di servizi”

Un altro punto del programma dell’Omceo tocca un argomento delicato, il rapporto con i farmacisti nel loro crescente ruolo di  erogatori di servizi sanitari. La “farmacia di servizi”  che ha portato le farmacie ad ampliare  progressivamente l’offerta garantendo un ventaglio di prestazioni specialistiche,  richiede una riflessione avviata a livello nazionale  dalla Fnomceo, la Federazione degli Ordine di medici. L’appello di Giustetto è alla Regione: “Avviamo un osservatorio che coinvolga l’assessorato alla sanità i farmacisti e l’Ordine dei medici. Servono garanzie sulla qualità delle prestazioni fornite e  regole uniche sia in farmacia sia negli studi dei medici. Siamo perplessi - incalza -, si possono offrire prestazioni in assenza di una ricetta senza la valutazione o la visita di un medico ? L’auspicio  è che le Regioni, insieme con Governo e Parlamento, adottino provvedimenti che prevedano le stesse misure e procedure per l’erogazione  a garanzia della loro qualità, sicurezza e appropriatezza” . "Le farmacie devono essere in possesso dei requisiti minimi, strutturali, organizzativi e tecnologici stabiliti dal decreto legge 30 del 1992”, aggiunge il presidente.

Comunicato stampa

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