Dopo le numerose denunce da parte dei residenti del quartiere Barriera di Milano (molte delle quali arrivate anche in Comune), le ruspe hanno ripreso i lavori e abbattuto il palazzone della storica ditta di trasporti che fino a pochi giorni fa dava asilo a spacciatori, disperati e tossici. Un vero e proprio fortino della disperazione tra via Cigna e via Lauro Rossi.
Gli irriducibili
Ma nonostante le demolizioni, l’area dell'ex stabilimento Gondrand resta uno dei punti più critici della periferia e di questo angolo di Torino che conta anche un'altra fabbrica dismessa (la Carlini) e due piscine abbandonate. Lo dimostrano le foto scattate poche ore dopo: un uomo si fa largo tra le lamiere per tornare a "casa". Dopo pochi minuti ecco un altro individuo lasciare la bici vicino a una cancellata prima di trovare facile accesso. Sono quei pochi (per ora) irriducibili che proprio non vogliono abbandonare quel complesso industriale che per anni è stato per loro come una fortezza quasi inespugnabile. Eccezion fatta per i numerosi sgomberi operati dalle forze dell'ordine.
Fiamme libere
Insomma basta affacciarsi dai balconi, e fermarsi in attesa qualche minuto, per assistere a un discreto via vai. “Chi frequentava l’edificio abbattuto si è semplicemente spostato sotto le strutture ancora in piedi”, denuncia una cittadina che preferisce rimanere nell'anonimato. Da queste parti la paura di ritorsioni è sempre alta. “È evidente che l’intervento parziale non è servito a risolvere nulla. Anzi, ha solo spostato il problema di qualche metro”. Se così sarà, tuttavia, lo scopriremo solo nei prossimi giorni.
Misure inefficaci
La preoccupazione è aggravata dall’inefficacia delle misure di contenimento: l’accesso chiuso su via Cigna è stato facilmente forzato, e i blocchi in cemento – i cosiddetti “new jersey” – non hanno impedito ai frequentatori dell’area di rientrare. “La situazione è fuori controllo” protesta la capogruppo di Fratelli d’Italia della Circoscrizione 6, Verangela Marino. “È inaccettabile che un’area privata sia lasciata a marcire sotto gli occhi di tutti".
L’appello del centro civico è rivolto all’amministrazione: è urgente avviare un confronto diretto con la proprietà dell’immobile per chiarire intenzioni e tempistiche. Nel frattempo spacciatori e clienti proveranno a continuare l'agonia e a blindare quel che resta dei loro giacigli.