L'ultima volta era stato il 31 marzo. A distanza di due mesi, i taxisti torinesi sono tornati a protestare per denunciare l'abusivismo dilagante nella professione, la concorrenza sleale dei cosiddetti Ncc (Noleggio con conducente, ndr) e condizioni di lavoro sempre più difficili.
Di fronte al grattacielo della Regione
Stavolta l'appuntamento non è stato più davanti al Municipio, ma in piazza Piemonte, nel piazzale di fronte al grattacielo della Regione. La mobilitazione spontanea, nata per iniziativa di Usb e O.r.s.a. ed estesa a livello nazionale, è stata condivisa da comitati spontanei e associazione e As.Tu.Ta. trovando ampio seguito nella categoria dei taxisti.
Limitate le conseguenze per il traffico, anche se in questo momento sono pochissime le auto che circolano nei pressi dell'aeroporto piuttosto che nelle vicinanze di Porta Susa, a testimonianza di una adesione diffusa alla protesta.
Le ragioni della protesta
"Il problema - spiegano - parte dal nazionale e arriva nel locale: a Torino c'è abusivismo generico, che può essere quello dei kabu kabu, e poi c'è quello di alcuni operatori Ncc". E ancora: "In maniera illegale, pur avendo l'autorizzazione ad operare fuori dalla Provincia, lavorano in Città Metropolitana tramite un'applicazione dove prendono corse al momento". Insomma, viene denunciata il proliferare di fenomeni di "concorrenza sleale, così non si può più andare avanti".
Esposti striscioni con scritto "No algoritmi Sì tariffa amministrata" e "Diciamo basta alle prese in giro delle multinazionali", con la richiesta di più controlli e legalità a tutela della categoria.
Incontro con l'assessore Gabusi
Una delegazione dei taxisti poco prima delle ore 11 è stata ricevuta dall'assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi, che ha promesso di interessarsi alla vicenda. L'assessore ha preso l'impegno di trattare l'argomento direttamente con il Comune e la Città metropolitana di Torino per trovare una soluzione a questo problema.