"L’Osapp – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria – esprime forte preoccupazione per la diffusione di distillerie clandestine nelle carceri di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta": così il sindacato in una nota. "Secondo numerosi operatori - prosegue il sindacato -, del tutto privi di formazione antidroga, nei reparti si moltiplicano i casi di produzione artigianale di alcolici con frutta, zucchero, pane raffermo e pile mini-stilo, per creare alcol tossico contenente zinco e metalli pesanti. Queste sostanze vengono fermentate in cella e poi bollite, generando un infuso altamente pericoloso. Gli effetti sono devastanti per la salute dei detenuti e per l’ordine interno. L’abuso di queste sostanze ha alimentato aggressività e violenza verso il personale penitenziario, raggiungendo livelli senza precedenti".
"Negli anni ’30 Eliot Ness affrontava il contrabbando con strategie concrete. Oggi il Provveditore Regionale di Torino sposta problemi da una struttura all’altra senza formare il personale", sottolinea il Segretario Generale Osapp, Leo Beneduci. "Gli agenti si trovano soli a gestire padiglioni con oltre 150 detenuti, mettendo quotidianamente a rischio la propria incolumità. Oltre alla sicurezza, vi è una grave emergenza sanitaria: l’esposizione a queste sostanze può essere letale. L’Osapp chiede stop alla distribuzione di pile nelle celle, formazione del personale, protocolli contro laboratori clandestini e fine dei trasferimenti a rotazione. Le carceri sono ormai piazze di spaccio e violenza. Lo Stato deve intervenire subito", conclude Beneduci.