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| 30 settembre 2025, 07:55

San Francesco torna festa nazionale: il 4 ottobre sarà di nuovo giorno cerchiato di rosso

Il programma delle celebrazioni nella chiesa dei Frati e delle Clarisse di Bra, più le curiosità da sapere

I frati cappuccini braidesi

I frati cappuccini braidesi

Torna nel calendario civile dell’Italia la festa di san Francesco come festività nazionale. È lui il protagonista del 4 ottobre, giorno in cui morì nella sua Assisi, diventata poi la “Città della pace” e dove oggi sorge la basilica che la cristianità gli ha dedicato. Qui, a dare forma al mito, ci hanno pensato pittori del calibro di Cimabue, Giotto, Simone Martini, Pietro Lorenzetti.

La figura del poverello di Assisi - che verrà celebrato ogni anno il 4 ottobre, data della sua morte 800 anni fa - risponde a molte esigenze della società contemporanea. Al bisogno di pace, innanzitutto. Ma anche all’esigenza di stringere i vincoli comunitari, e nessuno meglio del Patrono d’Italia (la cui festa fu abolita nel 1977 durante i cosiddetti anni di piombo) risponde a questa necessità di stare uniti in una fase burrascosa del mondo. Torna la festa di san Francesco perché le diseguaglianze sociali sono sempre più fitte e lui era quello che stava con gli ultimi, i fragili, i poveri. E ancora, il santo poverello, il giullare di Dio, il mistico, il fondatore dell’Ordine dei Francescani è stato l’inventore della poesia in lingua italiana, ha svolto insomma un compito unitario ante litteram.

La legge in via di approvazione stabilisce la chiusura di scuole e uffici pubblici e invita a promuovere iniziative culturali ed educative. Il 4 ottobre 2026 cadrà, però, di domenica: la prima chiusura effettiva sarà dunque il 4 ottobre 2027.

Come ricordato dai promotori della legge, l’obiettivo non è solo aggiungere un giorno di festa, ma rilanciare un messaggio universale: quello di un’Italia che riconosce nel proprio patrono i valori di fratellanza, rispetto per l’ambiente e inclusione sociale.

Fatto sta che il 4 ottobre tornerà alle origini di una festa che, in anticipo sui tempi, aveva indicato tra le priorità quella di non cedere alla voce delle armi e della paura e di favorire, invece, tutti i sentieri dell’inclusione sociale, dell’integrazione, della giustizia sociale e, naturalmente, non solo il 4 ottobre, ma tutti i giorni del calendario.

Un po’ di storia

Figlio di un ricco mercante, da giovane sognava di diventare cavaliere e sposare una bella nobildonna: fu una voce divina a rivelargli quale sarebbe stato il suo futuro. Francesco rinunciò alla ricchezza e diventò l’eroe di migliaia di persone, senza dover usare la spada o l’armatura: al contrario, la sua battaglia l’ha combattuta per i poveri, diventando lui stesso uno di loro.

Il fondatore dell’ordine che porta il suo nome, passò la vita a predicare la pace e l’amore per il creato, decantato in versi nel Cantico delle Creature. Messaggi di grande rottura per l’epoca e validi tuttora. In effetti, san Francesco è una delle grandi figure dell’umanità che parla ad ogni generazione. Nel 2013 Jorge Mario Bergoglio, eletto papa, ha preso il nome di Francesco proprio in onore del Santo, lasciandoci in eredità l’enciclica intitolandola Laudato si’. Nel testo, il Pontefice scomparso il 21 aprile scorso, invita tutti a prendere spunto dal Santo per rafforzare l’attenzione verso il creato e il rispetto dell’ambiente.

La festa di san Francesco sarà, dunque, l’occasione perché la luce del poverello di Assisi possa rischiarare le tenebre che avvolgono oggi la vita del mondo, così da poter sperimentare ciò che i frati narrarono di lui nel giorno del suo Transito al Padre: «Uno dei suoi frati e discepoli vide quell’anima beata, in forma di stella fulgentissima, sollevarsi su una candida nuvoletta al di sopra di molte acque e penetrare diritta in cielo: nitidissima, per il candore della santità eccelsa e ricolma di celeste sapienza e di grazia, per le quali il Santo meritò di entrare nel luogo della luce e della pace, dove con Cristo riposa senza fine».

Celebrazioni a Bra

I Frati Cappuccini e le Sorelle Clarisse di Bra invitano a festeggiare san Francesco, “il poverello”, “il poeta”, il patrono d’Italia insieme a Santa Caterina da Siena.

Cominciamo dai Fratini di Santa Maria degli Angeli (piazza XX Settembre), che venerdì 3 ottobre, alle ore 20.30, propongono una veglia di preghiera sul tema “Laudato sii mi’ Signore per sorella Morte”. Sabato 4 ottobre è la solennità di san Francesco d’Assisi e il programma prevede: Santa Messa alle ore 7 e supplica a san Francesco; ore 7.30 le lodi mattutine “Alto e glorioso Dio”; ore 8.30 Santa Messa e supplica a san Francesco; ore 20.30 concerto dei cori parrocchiali di Bra in onore del Poverello d’Assisi.

Anche nel Monastero di Santa Chiara (viale Madonna dei Fiori, 3) è stato approntato un ricco programma di celebrazioni. Le Sorelle Clarisse invitano ad unirsi in preghiera sabato 4 ottobre, alle ore 17.30 con i Vespri, seguiti alle ore 18 dalla Santa Messa, presieduta da padre Oreste Fabbrone, frate cappuccino di Bra e infine il bacio alla reliquia. Si avvisa che la Messa delle 7.30 è sospesa in questa data. La festa continua domenica 5 ottobre, alle ore 15.30, con il concerto di musica sacra del coro “Pacem in terris” di Cuneo, all'inizio dell'ottavo centenario della morte di san Francesco d’Assisi. II coro è formato da membri provenienti da molte parrocchie della diocesi di Cuneo-Fossano e delle diocesi vicine. I concerti sono proposti come momenti di evangelizzazione e preghiera, sia per i cantori sia per i fedeli invitati all'ascolto, vissuti come occasione di annuncio della Parola di Dio.

Transito di san Francesco

Nella notte tra il 3 ed il 4 ottobre del 1226 Francesco d’Assisi lascia la vita terrena per andare ad abbracciare Gesù al quale aveva dedicato gli ultimi venti anni della sua vita. Nel luglio del 1228, anche spinto da forti richieste popolari, papa Gregorio IX lo proclama Santo e il 4 ottobre diverrà il giorno della sua festa. Il 18 luglio del 1939 papa Pio XII lo elegge Patrono d’Italia con la motivazione «Il più italiano dei santi e il più santo degli italiani».

Tutto in questo giorno si amplifica e anche la figura del Poverello d’Assisi che vuole e deve rimanere sinonimo di umiltà si fa enormemente grande. Parliamo di uno dei santi più amati al mondo, che si spogliò di tutto per sposare “Madonna povertà” e vivere a imitazione di Cristo. Francesco è tra i precursori della letteratura italiana col Cantico delle creature, è protagonista di uno dei più bei canti del Paradiso di Dante ed ha il merito di aver salvato il cattolicesimo della sua epoca dalla corruzione e dalla ricchezza, rifondando il legame tra Chiesa e classi povere.

Le parole del frate, nella loro semplicità, racchiudono un senso universale e positivo. In particolare, c’è un messaggio che può tornare estremamente utile quando, travolti dal tourbillon degli eventi, ci sembra di non sapere da che parte iniziare per affrontare la giornata. Francesco suggerisce: «Cominciate con fare il necessario, poi ciò che è possibile e all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile».

Il 4 ottobre, inoltre, non dimentichiamo di fare gli auguri a tutti i Francesco e Francesca!

I mostaccioli di san Francesco

Francesco d’Assisi, che Dante nel Paradiso paragona all’oriente del mondo, nacque nel 1182 da una famiglia borghese e ricca. Figlio di Pietro di Bernardone e di Pica, il padre aveva per lui grandi progetti e lo vestì da Cavaliere per andare in guerra contro i Perugini. Nel 1202 a Collestrada i Ghibellini assisiati furono sopraffatti dai Guelfi di Perugia e Francesco venne fatto prigioniero. In quei giorni di tormento, la lettura del Vangelo gli mostrò la vera ed unica scelta possibile. Il resto è una storia di estasi e povertà; migliaia di giovani lo seguirono, nobili e borghesi, uomini e donne. 

Tutti sanno della fede di santa Chiara, ma forse pochi sanno chi fu Jacopa dei Settesoli, una nobildonna romana della potente famiglia dei Frangipane che ispirò a Francesco la fondazione dei “Fratelli e sorelle della penitenza” detto anche “Terzo ordine francescano”, dedicato ai laici. Grande fu l’amicizia spirituale tra loro, al punto che Francesco, ormai alla fine dei suoi giorni nel 1226, volle assolutamente vederla. Jacopa corse e non andò a mani vuote, ma portò con sé un dolce semplice e sostanzioso che a Francesco era molto caro: i mostaccioli. Per farli in casa, tritate finemente 130 g di mandorle e 100 g di nocciole. 

Mettete il trito in una terrina, unite 300 g di farina bianca, 2 cucchiaini di cannella in polvere, 200 g di zucchero, 100 g di miele e 50 ml di acqua tiepida. Formate un impasto che deve essere schiacciato e tagliato a forma di rombi. Infine, fate cuocere i mostaccioli a 180°C per circa 30 minuti. Lasciate raffreddare e... attenzione sono un po’ duri, ma buonissimi! Della serie: quando la gola non è peccato.

Silvia Gullino

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