Cercando Ulisse è una raccolta di frammenti lirici in prosa che ruota intorno al fantasma di Ulisse. O meglio: Odisseo, il viaggiatore inesausto cui Nettuno negò per due lustri il ritorno a casa. Il viaggio di cui parla Mello, però, non avviene né per terra, né per mare: è un viaggio della mente alla ricerca di un possibile significato da attribuire alla vita. Un viaggio attraverso le parole, per trovare quelle giuste che aprano, come un grimaldello, anche i luoghi del cuore:
Il viaggio di cui mi parli, Odisseo, sorge dall’uso improprio di tutte le parole.
La tua guida conduce dentro i focolai della materia, nelle intense fessure che trasformano l’acqua in terra bruna.
Ecco perché chiedo che la tua parola possa parlarmi (…). Anche una parola inesatta, schiacciata, frantumata
Appello accorato che sembra rovesciare il montaliano “Non chiederci la parola che squadri da ogni lato / l’animo nostro informe”. Mello alla parola crede: anzi mostra di tendere alla costruzione del testo con tenacia, passione e – a volte – quasi con disperazione. Cercando Ulisse è proprio questo: un viaggio verso un luogo ancora senza nome; un’”isola che non c’è” a cui arrivi e da cui ti allontani volando volando volando e
accordando fiducia alle proprietà del sogno non ancora pervenute.