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Cultura e spettacoli | 28 marzo 2017, 15:00

Un ponte tra Italia e Stati Uniti che passa dal Mauto

Apre “Crossroads”, dal 29 marzo, mostra curata da Luca Beatrice e Rodolfo Gaffino Rossi, al Museo Nazionale dell’Automobile, sugli intrecci culturali tra Italia e Usa negli anni Cinquanta e Sessanta

Un ponte tra Italia e Stati Uniti che passa dal Mauto

Una Lincoln Continental del ’61, bianca, lucente, che sembra nuova di zecca, apre la mostra “Crossroads”, allestita al Mauto – Museo Nazionale dell’Automobile, che sarà visitabile fino al 25 giugno. Una vettura d’annata e rappresentativa di un’epoca, quella del boom economico, soprattutto nei suoi tratti spavaldi ed eccessivi, strafottenti e ambiziosi. Un’epoca fatta di sviluppo industriale, fermento culturale e ricerca costante della crescita, sotto tutti gli aspetti.

“Crossroads – ha spiegato il presidente del Mauto, Benedetto Camerana – ha parte di un lavoro sul design già avviato dal museo, che vuole porre l’accento sulla centralità internazionale della cultura italiana, e torinese, durante gli anni d’oro dello sviluppo dell’Automotive”. Anni d’oro che videro Torino al centro della produzione industriale in questo campo, con la Fiat, ma anche della ricerca nel design, con realtà più piccole come la carrozzeria Ghia di Giacomo Gaspardo Moro.

La mostra è divisa in tre, più una parte conclusiva dedicata a sei grandi designer d’auto: Harley J. Earl, Battista “Pinin” Farina, Mario Revelli di Baumont, Virgil Exner, Giovanni Michelotti e Giovanni Savonuzzi. A quuest’ultimo, peraltro, venerdì 31 marzo (ore 18.30, Auditorium), il Museo Nazionale dell’Automobile dedicherà un convegno dal titolo “Il designer dei due mondi”.
Il percorso espositivo, però, parte da un confronto tra la produzione culturale e soprattutto cinematografica di Italia e Stati Uniti, i due mondi appunto, tra la Beat Generation e il Neorealismo, da Pier Paolo Pasolini a James Dean. “Tra il 1955 e il 1956 – ha sottolineato Luca Beatrice – sono scomparsi James Dean e Jackson Pollock, ma è nata la Beat Generation, si tratta quindi di un periodo molto interessante. Dopo la Seconda guerra mondiale si è assistito a un fermento culturale, in Europa e negli Stati Uniti, difficilmente ripetibile”. La mostra punta a “raccontare i contesti – ha come ha spiegato Gaffino Rossi –, valorizzare le differenze e descrivere quel processo creativo che nasce da scambio e confronto”.

Dalla sezione “On the Road vs La strada” si passa a “Cinecittà e Hollywood”, fino ad arrivare alla terza sezione “Dive & Latin Lover”, ma c’è tempo di osservare le locandine di grandi film come “Colazione da Tiffany”, o perdersi tra i 57 dettagliati modellini di auto americane, recuperati dalla collezione del Mauto e restaurati da Nicola Bulgari.
Infine si possono ammirare 13 auto d’epoca, questa volta a dimensione naturale, dalla Pininfarina alla Plymouth, all’interno di un suggestivo viaggio a ritroso nella storia che attinge a una realtà a noi vicinissima, e anche per questo così famigliare e coinvolgente.

Paolo Morelli

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