Sono state prorogate fino al 30 settembre le concessioni dei locali in via Cavagnolo, nella zona Pietra Alta della Circoscrizione 6. “Quello di via Cavagnolo”, ha spiegato il consigliere Ledda, “è un centro di incontro dove 9 associazioni si occupano di risolvere le problematiche del quartiere attraverso attività socio-culturali”.
Le associazioni che hanno ricevuto la proroga sono le seguenti: il Gruppo anziani Circolo Stura, che occuperà i locali numero 2 e 8 e promuoverà iniziative di carattere culturale, ricreativo, formativo – quali socializzazione, gioco a carte, a dama, a scacchi – che contribuiscano alla crescita umana e sociale della comunità di Pietra Alta; il centro culturale Ariele, circolo ARCI che occuperà il locale numero 4 con corsi di disegno, pittura e non solo; Opera nomadi, nel locale numero 1, con azioni solidali di accompagnamento e autogestione della popolazione nomade.
E po ancora Idea rom, che occuperà il locale numero 9 e promuoverà inserimenti lavorativi, sociali e scolastici dei rom; l’MCE, il Ministero Cristiano El Shaddai, che nei locali numero 6 e 10 si dedicherà ad analisi e approfondimenti sull’attualità in chiave religiosa, alla lettura di testi biblici e alla loro comprensione; Barriera sonora, che occuperà i locali numero 2, 3, 6 e 10, l’associazione musicale che ha l’obiettivo di diffondere la cultura e la formazione musicale in ogni sua forma, creando momenti di incontro privi di barriere etniche e d’età; l’associazione Pietra Alta anziani, che per tutta la settimana si troverà nel locale numero 9, promuovendo attività idonee a questa fascia debole.
Il piccolo cinema dell’associazione Antiloco, nel locale numero 6, favorirà l’integrazione attraverso la cinematografia di alto livello; e, infine, l’agenzia per lo Sviluppo di Pietra Alta, che ha il compito di coordinare tutte le associazioni coinvolte.
Ai consiglieri che, in sede di commissione di lavoro, hanno proposto un accorpamento delle due associazioni Opera nomadi e Idea rom, il portavoce di quest’ultima ha risposto che “la necessità di inglobamento, se effettiva, è la benvenuta, anche se il fatto che ci occupiamo entrambe della popolazione rom non significa che siamo due realtà sovrapponibili. La nostra, infatti, si differenzia dall’altra perché priva di taglio assistenziale: noi siamo maggiormente orientati verso una co-responsabilizzazione, verso la ricerca attiva del lavoro e dell’integrazione, sociale e scolastica”.
Il rappresentante di Opera nomadi, invece, ha esposto la volontà di creare “un’attività permanente, un centro di documentazione per tutti coloro che vogliono informarsi a proposito della cultura rom: i documenti sono stati raccolti in più di 50 anni, e non riguardano solo la storia dei nomadi, ma anche quella di Torino, utile per le prossime generazioni”. Il desiderio, allora, è quello di creare un gruppo di lavoro che comprenda rom e cittadini con lo scopo di ammorbidire i rapporti inaspriti che intercorrono tra le due realtà.
A tal proposito, la consigliera Martelli ha aggiunto che “vogliamo metterci nelle condizioni di rapportarci con alcuni rappresentanti della popolazione rom, anche all’interno dei centri: è importante dialogare, perché non possiamo risolvere le problematiche presenti da soli, per cui è necessario il confronto con i diretti interessati”.