Oltre 500 immagini compongono la mostra che Camera dedica a Carlo Mollino, poliedrico artista torinese le cui fotografie, in buona parte conservate presso l’archivio del Politecnico di Torino, sono per la prima volta oggetto di una grande mostra. “Mollino – ha spiegato Walter Guadagnini, direttore di Camera – è un personaggio che ha segnato in maniera indiscutibile la cultura del Novecento. L’unicità della mostra deriva anche dal modo in cui i materiali sono esposti. Difficile, per noi, iniziare l’anno meglio di così”. Ma è soprattutto la collaborazione con diverse realtà culturali a caratterizzare questa esposizione, che aprirà al pubblico domani, 18 gennaio, e resterà visitabile fino al 13 maggio.
Architetto, designer, intellettuale, Mollino si avvicinò alla fotografia negli anni Trenta, sulle orme del padre, Eugenio, ingegnere e appassionato fotografo. “Il rapporto di Mollino con la fotografia – ha spiegato Francesco Zanot, curatore della mostra – è molto complesso. Lui la utilizza per tenere traccia degli avvenimenti importanti della sua vita, ma realizza anche delle opere d’arte”.
L’esposizione fa seguito a un’altra mostra, che Camera ospitò nel 2016, dedicata alle fotografie di viaggio. Quella appena inaugurata offre invece uno sguardo decisamente più completo sul Mollino fotografo. Suddivisa in quattro sezioni, “L’occhio magico di Carlo Mollino” (questo il titolo della nuova mostra), affronta quattro diverse declinazioni della sua poetica, a partire dal tema dell’abitare fino ad arrivare al corpo e alla posa, passando per gli specchi. Anche le sue celebri Polaroid, che Mollino scattò per sé e che furono recuperate soltanto dopo la sua morte (ma molte, purtroppo, sono andate perdute), fanno parte della mostra.
“Abbiamo accolto con piacere – ha aggiunto Enrica Bodrato, del Politecnico di Torino – la proposta di collaborazione di Camera, che è legata a un accordo più ampio che abbiamo formalizzato in merito al nostro archivio fotografico. Il Fondo Mollino, infatti, è molto conosciuto e consultato, ma ci mancava una panoramica sulla sua produzione fotografica”. E, intanto, sta andando avanti un progetto di digitalizzazione dell’intero Fondo, finanziato dalla Regione Piemonte. “Al momento – ha precisato Bodrato – ne abbiamo digitalizzate 4000, che sono circa un terzo del totale”.
La mostra ospitata da Camera sarà accompagnata da una serie di incontri, a partire dal 25 gennaio, in collaborazione con altri enti culturali torinesi. Dal 22 febbraio, poi, anche la Galleria Sabauda dedicherà uno spazio a Mollino. Fino al 3 giugno, infatti, esporrà “Drago da passeggio”, quadro realizzato dall’artista nel 1964, che sarà messo in dialogo con “Pittura 718”, opera di Carol Rama, pittrice torinese e grande amica di Mollino.