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Eventi | 10 aprile 2018, 08:19

All’Istituto Salesiano Rebaudengo, la presentazione de “Preparati all’incertezza. Fare formazione in ambito sociale”

Il libro, curato da Leopoldo Grosso e Angela La Gioia, che raccoglie l’esperienza dell’Università della strada del Gruppo Abele

All’Istituto Salesiano Rebaudengo, la presentazione de “Preparati all’incertezza. Fare formazione in ambito sociale”

Sono 176 pagine che condensano l’esperienza dell’Università della strada del Gruppo Abele, sorta nel 1978 e consolidatasi in decenni particolarmente impegnativi, per quanto concerne, in particolare, la formazione.

Si tratta di Preparati all’incertezza. Fare formazione in ambito sociale, il libro curato dallo psicologo Leopoldo Grosso e dalla professoressa Angela La Gioia, il quale verrà presentato, questa sera a partire dalle ore 18, presso l’Aula Calonghi di piazza Conti di Rebaudengo.

Università e strada erano, nel 1978 e, in parte, ancora oggi, termini in apparenza antitetici. Tuttavia, l’esperienza ha dimostrato che il contatto con la seconda possa insegnare molto e contribuire a rispondere, in modo efficace e non convenzionale, ai bisogni di formazione degli operatori sociali.

Ne è conseguita una cultura della formazione che vede, come punto cardine, il confronto tra i formatori stessi, gli operatori e i protagonisti della realtà sociale, con particolare attenzione ai contesti, alle circostanze, ai mondi e alle difficoltà in cui questi si trovano.

In tale modo, dunque, il lavoro sociale trova la propria centralità e il proprio senso di esistere, direttamente a vantaggio delle persone in difficoltà, indirettamente a favore di tutta la cittadinanza. E si rivela, inoltre, risorsa preziosa per la convivenza democratica, contro i rischi di cadute e imbarbarimenti della vita sociale.

Perché “comprendere la propria formazione – come afferma Leopoldo Grosso – richiede ricostruire la propria storia formativa, raccapezzarsi tra eventi di varia natura della propria biografia, trovando quel filo di passione che piano piano si è intrecciato e irrobustito, e ha condotto alla scelta di diventare formatore”.

Roberta Scalise

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